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Il 2 luglio 2022 scompariva nel nulla, ad Acate (Ragusa), Daouda Diane, giovane lavoratore della Costa d’Avorio. E ancora oggi non si sa cosa gli sia accaduto e non è stata fatta giustizia. Daouda, poco prima della scomparsa, in un video inviato ai parenti aveva denunciato condizioni di sfruttamento nel lavoro e di mancanza di sicurezza.
La Cgil, con le sue strutture nazionali, regionale e di Ragusa, lo ricorda e torna a chiedere “che venga fatto ogni sforzo per arrivare alla verità”, annunciando il prosieguo delle iniziative “affinché non si spengano i riflettori sul caso e per il sostegno concreto ai familiari”.
La storia di Daouda
Daouda Diane scompare da Acate. Un video inviato ai familiari nel pomeriggio del 2 luglio 2022 lo vede in un’azienda di calcestruzzi, la Svg, all'interno di una betoniera in una delle giornate di allerta per il troppo caldo. Daouda riprende se stesso con un martello pneumatico e senza alcun dispositivo di protezione. “Qui il lavoro è morte” dice. Quella è stata l'ultima sua traccia: da quel giorno non se ne hanno più notizie. Le indagini hanno visto una prima fase di tentennamento perché si pensava a un allontanamento spontaneo, nonostante da più parti, tra le persone a lui vicine, si escludeva questa ipotesi.
Daouda era infatti un lavoratore ben integrato, con un impiego part-time presso un centro di accoglienza come mediatore culturale, in più svolgeva altri lavori come quello alla Svg, anche se mai contrattualizzato. Era inoltre impegnato nel sociale per aiutare i lavoratori stranieri vittime di sfruttamento lavorativo, soprattutto i braccianti agricoli impiegati nelle campagne ragusane. Una persona dunque che conosceva bene il contesto di lavoro, in cui il rischio per la salute e per la sicurezza è altissimo, sia in edilizia sia in agricoltura.
Alla ricerca della verità
“Per la scomparsa di Daouda non ci sono spiegazioni se non quelle legate al suo attivismo e alla sua azione di denuncia”, affermano il segretario generale Cgil Sicilia Alfio Mannino, Peppe Scifo (Dipartimento Immigrazione Cgil nazionale) e il segretario generale Cgil Ragusa Giuseppe Roccuzzo. In questi anni, continuano, la Cgil “ha interloquito con diversi livelli istituzionali, dalla politica alle Commissioni antimafia regionale e nazionale, promuovendo iniziative, come il 1° Maggio 2023 ad Acate, per non spegnere i riflettori su questa tragica e assurda vicenda”.
Il sindacato teme il rischio di una definitiva archiviazione delle indagini, che significherebbe “la fine di ogni speranza di conoscere la verità e avere giustizia per Daouda, la sua famiglia e per noi tutti. Siamo impegnati perché non cali l’oblio sulla vicenda e si arrivi alla verità”.
“Questa scomparsa - affermano i sindacalisti - apre scenari gravissimi per tutto il tessuto civile, imprenditoriale e istituzionale di un territorio, dove è possibile che accadano fatti del genere senza mai risalire alla verità e nemmeno alla concretezza di elementi come il ritrovamento del corpo”. La moglie e il figlio di Daouda attendono giustizia, ma servono “verità e giustizia anche per tutti noi, per lo Stato che non può continuare a subire questa sconfitta”.
Per la Cgil “serve agire in nome di Daouda Diane per scardinare il sistema di omertà che ancora oggi copre la verità sulla sua scomparsa, continuando la lotta contro ogni forma di sfruttamento che obbliga migliaia di lavoratori e lavoratrici a sottostare alla dittatura del bisogno con poche speranze di ottenere riscatto”.