“Dopo quattro mesi dalla delibera del Consiglio dei ministri, il ‘Piano nazionale pluriennale per il sistema integrato di educazione e istruzione 0-6 anni’ non ha ancora preso il via. Un ritardo gravissimo”. È quanto denuncia la Cgil in un comunicato. 

“Si tratta - spiega la confederazione - di 309 milioni destinati a finanziare i servizi educativi e le scuole dell’infanzia dei bambini e delle bambine di età compresa tra zero e sei anni e alle esigenze di riequilibrio territoriale. Purtroppo, i comuni non hanno ancora ricevuto alcun finanziamento, perché manca la registrazione da parte della Corte dei Conti, senza cui il ministero dell’Istruzione non può adottare i relativi decreti di riparto a favore dei Comuni, come individuati dalle rispettive programmazioni regionali”.

Per il sindacato di corso d’Italia, “questo ritardo nell’erogazione dei finanziamenti è grave e incomprensibile, e ancor più grave alla luce delle conseguenze che la pandemia ha provocato sull’infanzia. Il rischio è l’esclusione di migliaia di bambini e bambine dal diritto all'educazione solo a causa delle disattenzioni dei massimi livelli istituzionali. Evidentemente, per il Governo l’infanzia può attendere".