L’Unione degli universitari aderisce alla manifestazione del 7 ottobre. Condividiamo le parole dell’appello lanciato insieme alla Cgil e altre cento organizzazioni della società civile. Con loro scendiamo in piazza “per il diritto all’istruzione, dall’infanzia ai più alti gradi, e alla formazione permanente e continua, perché il diritto all’apprendimento sia garantito a tutti e per l'intero arco della vita”.

L’articolo 34 della Costituzione sancisce che “i capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso”. 

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Oggi assistiamo a una continua negazione del diritto allo studio, a causa di investimenti insufficienti e regole troppo stringenti per accedere agli aiuti economici.

A cominciare dalle borse di studio, è evidente come gli stanziamenti non siano sufficienti. Nell’ultimo anno abbiamo visto oltre 5mila idonei non beneficiari, coperti tardivamente solo pochi giorni fa. E quest’anno la situazione è destinata a peggiorare, con molti studenti aventi diritto che resteranno senza aiuti economici, a causa della mancata copertura. Una grave situazione, a fronte della quale chiediamo al governo di stanziare almeno altri 300 milioni di euro.

Come non ricordare poi il disastro del Pnrr? Tre quarti delle risorse, destinate agli alloggi universitari, stanno finendo a soggetti privati, spesso per posti letto già esistenti che non verranno vincolati al diritto allo studio. Uno scandalo, denunciato dalla Cgil e dall’Udu, tramite una lettera inviata alla Commissione Europea che ha rimandato l’invio di 500 milioni di euro previsti con l’erogazione della terza tranche. 

Ora resta ancora un miliardo di euro da spendere, ma il governo non intende cambiare rotta. Il risultato? Migliaia di studenti aventi diritto resteranno privi di posto letto nelle residenze universitarie.

Non si può dire che sugli altri fronti la situazione sia migliore. Pensiamo al tema dei trasporti, con tariffe che aumentano e il bonus trasporti sostanzialmente già esaurito. Oppure pensiamo alle tasse universitarie, che vedono criteri di merito insensati e un livello di no tax area fermo a 22mila euro. 

E pensiamo al tema della salute mentale: nonostante la nostra ricerca “Chiedimi come sto” abbia denunciato lo stato di malessere diffuso nella popolazione studentesca, il governo è riuscito a dare soltanto pochi milioni alle università, senza migliorare il servizio o elaborare delle linee guida uniformi. 

Nulla è stato fatto invece sul fronte del servizio sanitario nazionale. La legge che abbiamo proposto insieme alla Rete degli studenti e allo Sspi Cgil, grazie al supporto delle forze di opposizione, è ferma in Parlamento.

Per tutte queste ragioni, il 7 ottobre scenderemo in piazza a Roma, e saremo anche noi sulla Via Maestra.

Simone Agutoli, Udu