PHOTO
In 400 a Udine per l’assemblea generale delle categorie e dei territori della Cgil Friuli Venezia Giulia. Fari puntati sulla legge di Bilancio nazionale, con una grande manifestazione nazionale già indetta per il 25 ottobre a Roma, e sulla tragedia di Gaza. Piga: «Pronti anche allo sciopero generale»
“L’appuntamento di ottobre sarà incentrato su giustizia fiscale, rinnovi contrattuali, sicurezza del lavoro e finanziamento del servizio sanitario nazionale. La mobilitazione su Gaza, che ha già visto protagonista la Cgil con gli scioperi e le iniziative della scorsa settimana, potrebbe anche portare alla proclamazione di uno sciopero generale”, scrive il sindacato in un comunicato stampa nel giorno dell’assemblea presso l’auditorium della regione.
Gaza
Nel suo intervento il segretario generale della Cgil FVG, Michele Piga, è partito dalla tragedia di Gaza ribadendo “il forte messaggio pacifista lanciato dalla Cgil con la mobilitazione della scorsa settimana, mobilitazione che non si ferma e che potrebbe presto portare a ulteriori iniziative, compreso lo sciopero generale, per chiedere il cessate il fuoco immediato, la protezione del popolo palestinese, l’apertura immediata di corridoio umanitari, una soluzione al conflitto basata sul riconoscimento del principio “due popoli, due stati” e del riconoscimento dello Stato palestinese”.
Obiettivi, questi, che per la Cgil passano anche attraverso l’adozione di sanzioni verso Israele e per un controllo degli scambi commerciali fra i due Paesi, per fermare innanzitutto il traffico d’armi chiesta anche dalla Filt, il sindacato dei trasporti della Cgil. “Dura la reazione del segretario regionale alle parole del Governatore Fedriga, che nei giorni scorsi aveva puntato il dito contro gli insegnanti colpevoli, a suo dire, di aver avviato un dibattito parziale nelle scuole sulla situazione di Gaza. Un intervento a gamba tesa – ha commentato Piga – su chi ha promosso invece un dibattito democratico tra i ragazzi, più sensibili a quanto sta accadendo a Gaza”.
Giustizia fiscale, sanità, welfare
Il tema della pace e del no alle politiche di riarmo "segnerà con forza anche la mobilitazione sulla legge di Bilancio nazionale 2026, che per la Cgil – ha detto Piga - dovrà essere l’occasione per una svolta nel segno di una maggiore giustizia fiscale, come strumento di difesa dei redditi di lavoratori e pensionati, falcidiati dall’inflazione e penalizzati anche nell’accesso alla sanità e al welfare”.
Sotto accusa l’espansione della precarietà e del lavoro povero, ma anche i fenomeni sempre più diffusi come la rinuncia alle cure, legata alla lunghezza delle liste di attesa e ai processi di privatizzazione della sanità. Quindi la richiesta, al centro di una legge d’iniziativa popolare sostenuta dalla Cgil, che punta a innalzare dall’attuale 6,2 al 7,5% la spesa sanitaria rispetto al Pil.
Tra gli obiettivi della mobilitazione anche la restituzione del Fiscal drag, che, secondo la Cgil, è costato circa 24 miliardi ai lavoratori e ai pensionati, a causa dell’aumento della pressione fiscale legato all’inflazione, e la detassazione degli aumenti salariali, come sostegno ai rinnovi contrattuali in corso, oltre a meccanismi di adeguamento automatico delle retribuzioni al costo della vita.
I conti regionali e i territori
“È con la stessa ottica che la Cgil guarda anche la legge di Bilancio regionale: rafforzamento della sanità pubblica, sostegno alla contrattazione e al potere d’acquisto dei salari dovranno caratterizzare per la Cgil anche la legge di Bilancio regionale – prosegue il comunicato -. Tra i temi posti all’attenzione della Giunta e del Consiglio anche la qualificazione della filiera regionale degli appalti, come strumento di contrasto al lavoro povero, a partire dal settore dei servizi esternalizzati dalla pubblica amministrazione”.
Al centro della discussione anche il quadro economico e occupazionale della regione, che vede, accanto a segnali di tenuta, il protrarsi di situazioni di crisi che dal manifatturiero, e in particolare dai settori più legati all’elettrodomestico alle reti di fornitura dell’automotive, si estendono fino al terziario.
"Le incertezze che gravano su grandi aziende come Electrolux e Savio, nel pordenonese, crisi irrisolte come quelle della Tirso a Trieste, la piaga degli infortuni che colpisce anche colossi come Fincantieri e l’arretramento generalizzato del manifatturiero rispetto al terziario e al turismo – concludono -, in particolare nell’area di Trieste, sono fenomeni che richiederebbero per la Cgil un rilancio delle politiche industriali e di sostegno agli investimenti privati, a sostegno della vocazione industriale e all’export che è sempre stato un valore aggiunto per l’economia del Friuli Venezia Giulia.