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Marche ad alto rischio, con Ancona già zona rossa da due giorni, a cui si aggiunge Macerata. Pesante il bollettino dei nuovi contagi in rapporto alla popolazione che porta Ancona al secondo posto in Italia dopo Brescia; sopra la media nazionale anche la provincia di Macerata.
Oggi il Presidente della Regione, Francesco Acquaroli, firmerà l’ordinanza per entrambe, che resterà in vigore fino al 14 marzo: si prevede la chiusura di tutte le scuole, università incluse. Nelle altre province, la didattica a distanza al 100% è stata decisa per scuole medie, superiori e Università. Restano in presenza le primarie e le scuole per l’infanzia.
“Purtroppo di nuovo i ragazzi si troveranno a fare i contri con una scuola vissuta solo dietro a uno schermo, pagando un alto prezzo alla pandemia” - fa sapere Daniela Barbaresi, Segretaria generale Cgil Marche. “Ci preoccupano enormemente l’andamento dei contagi, i ritardi nelle vaccinazioni, i focolai nelle strutture residenziali e gli ospedali al collasso. Negli ospedali marchigiani i pazienti Covid occupano il 37% dei posti letto nelle terapie intensive e il 49% dei posti letto dell’area medica: numeri al di sopra della soglia critica e anche della media nazionale”.
Purtroppo, la Regione ha perso tempo prezioso. Di fronte alla prepotente crescita dei contagi non ha avuto il coraggio di prendere decisioni forti per circoscrivere e fermare la diffusione del virus. Cosi come è stata sostanzialmente inutile la campagna di screening di massa che ha assorbito enormi risorse umane ed economiche.
E’ necessario recuperare i ritardi a partire dalla campagna di vaccinazione che richiede sforzi di coordinamento e il contributo di tutti: dai medici di medicina generale a quanti possono essere di supporto. "Non possiamo più permetterci di perdere altro tempo".
In Italia, le Marche sono quart’ultime quanto a somministrazioni agli over 80, in ritardo nelle Rsa, come ha denunciato anche lo Spi Cgil Marche, nei giorni scorsi, sottolineando che “nelle 218 strutture regionali, il rapporto tra posti letto complessivi e persone vaccinate con la prima dose è appena inferiore al 40%, dato che scende al 20,5% se si considera la seconda dose”. Il tutto registrando “una forte variabilità tra le varie zone della regione con il nord, in particolare, in grande difficoltà”.
Barbaresi rilancia: “Dobbiamo salvaguardare la salute e la sicurezza dei cittadini per garantire la tenuta delle strutture sanitarie e, naturalmente, per scongiurare scenari peggiori”.
Federica Buroni, Ufficio stampa Cgil Marche