Questo governo ha indubbiamente dei seri problemi nella scelta della governance degli enti di ricerca pubblica. Se il Cnr ha dovuto aspettare quasi tre mesi per il rinnovo del cda con tante gravi conseguenze, tra cui la mancata approvazione del bilancio, decisioni importanti in materia di stabilizzazioni e così via – mentre per il presidente bisogna attendere ancora - negli ultimi giorni anche se un po’ in sordina è emersa la vicenda dell’Enea.

Altro ente di grande rilevanza strategica come si evince anche semplicemente sciogliendo la sigla: Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile. Ebbene dopo ben 8 mesi di vacatio il ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin ha finalmente nominato un cda e una presidente che, attacca Nicola Angelini, responsabile Flc dell’ente, “rappresenta uno schiaffo in faccia alla comunità scientifica di quello che è il principale ente di ricerca pubblica impegnato in prima linea sulle tematiche che attengono l’efficienza energetica e le nuove tecnologia per l’energia, la sostenibilità ambientale dell’economia e la transizione energetica e produttiva del nostro Paese”.

Ma vediamo nel dettaglio. La presidente indicata è Francesca Mariotti, già direttrice di Confindustria e attualmente nel consiglio di amministrazione di Saipem, società controllata da Eni. Mariotti è un avvocata tributarista e fiscalista. Ora, non è che un manager debba per forza essere un super esperto del settore di cui si fa carico, però forse in questo caso siamo davvero un po’ troppo lontani. “Il precedente presidente – commenta il sindacalista – era quantomeno un ingegnere, direttore generale al ministero delle Attività produttive. Si era occupato in tutta la sua vita di gestione dell'energia, era un tecnico, non un fiscalista”.

Ma quello che desta più sconcerto è la nomina di altri due membri del cda. Uno è Gian Piero Joime, professore presso l’università telematica Marconi, candidato alle elezioni europee nelle liste di Casapound e che il governo aveva già tentato di nominare responsabile del polo universitario di Grosseto, operazione fallita per l’opposizione del Rettore di Siena, da cui il polo di Grosseto dipende.

Di Joime si possono ascoltare interviste su un’emittente dal nome inequivocabile - Radio Bandiera Nera –, mentre qualche anno fa ha pubblicato La guerra dell'energia. Tutto ciò che Greta Thumberg non ti racconterà (il titolo è tutto un programma), casa editrice quella Altaforte edizione, estromessa nel 2019 dal Salone del libro per la sua contiguità a Casapound. Altra nomina a destare sconcerto, quella di Michele Ennas, che è sì un ingegnere, ma anche segretario della Lega in Sardegna, ex consigliere regionale non rieletto alle ultime elezioni.

Insomma, in un ente in cui le nomine al vertice sono tutte ministeriali, il dato è chiaro: “Il nuovo cda di Enea è l’espressione plastica di una logica spartitoria delle forze dell’attuale maggioranza di governo, attraverso la quale si collocano individui che rispondono solo alle logiche interne del ‘piazzamento’, piuttosto che a specifiche competenze sulle principali tematiche oggetto delle ricerche che vengono portate avanti”, è il commento durissimo del dirigente Flc.

Una spartizione che ha una precisa direzione ideologica, continua Angelini, “di quella parte politica che nega il cambiamento climatico e la necessità urgente di una transizione energetica e della produzione industriale. Per costoro, le evidenze scientifiche sono opinioni come altre”.

Finché questa visione attiene il dibattito pubblico e politico, ad ognuno la libertà di esprimerla, ovviamente, “ma quando questa visione entra nella gestione degli enti pubblici di ricerca rappresenta un atto ostile nei confronti di una comunità che fa dell’evidenza scientifica il fondamento irrinunciabile di qualsiasi avanzamento delle conoscenze”, osserva il sindacalista.

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Cosa succederà ora? In attesa di capire come questa impronta ideologica si tradurrà nell’attività dell’Enea (che ricordiamo è impegnato anche su un versante sensibile per l’attuale maggioranza come quello del nucleare) sulla questione precariato fortunatamente la situazione dell’Enea non è drammatica come in altri enti, in primis Cnr, ma anche Inaf e Ingv, ad esempio. I lavoratori e le lavoratrici da stabilizzare sono circa 150 sui 2.100 a tempo indeterminato. “Con la precedente amministrazione avevamo concordato un percorso di stabilizzazione che speriamo venga confermato”, conclude Angelini.