Lo Ius soli è principio di civiltà. Dare o revocare la cittadinanza italiana non può essere un premio, un atto di gratitudine, o una punizione, deve essere un diritto. Quindi, “non si può tergiversare”. È quanto afferma il segretario confederale della Cgil Giuseppe Massafra. “Un diritto garantito a Ramy – continua –, così come a un milione di bambini e ragazzi di origine straniera che da anni aspettano una legge per diventare cittadini italiani e non sentirsi più ospiti in quello che ormai è il loro Paese”.

Per il dirigente sindacale “la discussione, che si è sviluppata in questi giorni, dopo che Oyssenou Sy ha attentato alla vita degli studenti sul bus e dopo la coraggiosa azione del piccolo Ramy che ha salvato i suoi compagni, ha assunto toni puramente razzisti. Una discussione che rende sterile un tema tanto importante come quello dello Ius soli, una battaglia di giustizia e civiltà, poiché incentrata esclusivamente sul revocare la cittadinanza a chi si macchia di reati o sul concederla a chi si distingue per meriti di valore civile”.

Solo con lo Ius soli si può riconoscere la ricchezza interculturale dell'Italia di oggi, miglior antidoto alle preoccupanti derive razziste e ai discorsi d'odio. Per questo – conclude Massafra – continueremo a batterci per una politica fondata su diritti e inclusione, e per fare in modo che anche in Italia venga finalmente riconosciuto lo Ius soli”.