Apprendere da indiscrezioni di stampa, senza alcuna smentita da parte dell’azienda, della possibile cessione del gruppo Iveco a Tata Motors “è inaccettabile”. È netta la presa di posizione della Fiom Cgil, che accusa la proprietà di portare avanti un disegno di dismissione sistematica dell’industria nazionale dell’automotive: “Lo scorporo di Iveco Defence si confermerebbe un piano preordinato alla vendita di una parte importante del patrimonio industriale della nostra Repubblica”.

A dichiararlo, in una nota congiunta, sono Samuele Lodi, segretario nazionale Fiom Cgil e responsabile settore mobilità, e Maurizio Oreggia, coordinatore nazionale automotive per la Fiom Cgil, che puntano il dito contro le strategie industriali del gruppo: “La proprietà sta smontando pezzo dopo pezzo l’industria dell’automotive del nostro Paese attraverso una pianificazione di spin-off, cessioni e vendite: da Ferrari a Marelli, poi CNH Industrial e ora Iveco”, affermano i sindacalisti Fiom.

Secondo la Fiom Cgil, “mentre la proprietà con le vendite moltiplica i risultati finanziari, l’Italia si impoverisce economicamente e industrialmente, con effetti drammatici sull’occupazione”.

Il sindacato denuncia una situazione in cui il lavoro e gli impianti italiani rischiano di essere sacrificati in nome di strategie finanziarie che non tengono conto del tessuto produttivo nazionale e dei lavoratori. “Non permetteremo lo smantellamento del sistema industriale nel nostro Paese e lo contrasteremo con tutti i mezzi a nostra disposizione”, proseguono Lodi e Oreggia.

Nel comunicato, la Fiom ribadisce la richiesta al governo di fermare ogni ipotesi di vendita e attivare subito un tavolo di confronto.

“Per tali ragioni, abbiamo anche rinnovato la necessità di attivare quanto prima un confronto urgente al Mimit”. Un passaggio che la Fiom considera indispensabile per fare chiarezza sulle intenzioni della proprietà e mettere al centro la salvaguardia dell’occupazione e del sistema produttivo.