Nel decennale della vittoria dei referendum su acqua e nucleare, può essere utile rivisitare alcuni titoli del catalogo Futura/Ediesse che ripercorrono la storia e i contenuti di quelle battaglie civili, oggi tornate a essere troppo distanti dalla discussione politica e sociale.

Per introdurci agli argomenti trattati va segnalato nella collana Fondamenti il volume I beni comuni di Antonello Ciervo (2013), che analizza un concetto forse troppo spesso utilizzato in maniera impropria, quasi fosse una sorta di contenitore da riempire in base alle convenienze del caso, di volta in volta con diversi significati. Il libro si propone dunque di chiarire il senso di questa categoria, facendo emergere la pluralità di utilizzo e gli interessi che hanno caratterizzato il valore dei beni comuni nel tempo.

Sempre nella collana Fondamenti, un ulteriore approfondimento lo si trova ne L’acqua e il suo diritto, scritto a quattro mani da Ugo Mattei e Alessandra Quarta, (2014), dove il diritto all’acqua quale bene primario e ineludibile viene inteso come disciplina giuridica del bene e del servizio idrico integrato, ricordando i passaggi che ne hanno costituito la definizione da un punto di vista normativo e culturale. Una ricostruzione che pone al centro di questi processi proprio la campagna referendaria del 2011, che aprì il confronto sulla normativa inerente il servizio idrico integrato e i modelli di gestione ad esso applicabili, oltre a diffondere una nuova sensibilità sui beni comuni, con particolare riferimento all’esperienza parigina e napoletana, individuando soprattutto il ruolo essenziale che ebbero le rispettive istituzioni locali.

Unendo al tema dell’acqua quello del nucleare, appena dopo i referendum viene pubblicato il libro di Mario Agostinelli, Roberto Meregalli e Pierattilio Tronconi dal titolo Cercare il sole. Dopo Fukushima (2011), che pone in evidenza non soltanto il saccheggio perpetrato in nome della crescita economica e dello sviluppo tecnologico, ma anche quello del futuro delle nuove generazioni. Il cuore della riflessione si concentra sulla necessità di integrare il discorso energetico con quello sul clima, sull’acqua e sulla terra, indicando il tratto conduttore di un programma sociale e politico che riguardi anche il mondo del lavoro. La riconversione ecologica dell’economia, a partire dall’opportunità enorme rappresentata dall’energia solare, coniuga l’emergenza ambientale col tentativo di risolvere i problemi occupazionali che la crisi tuttora propone.

Ultimo titolo segnalato Esigete (2014), la prima traduzione in italiano del pamphlet postumo di Stéphane Hessel, politico e scrittore tedesco naturalizzato francese, protagonista della Resistenza transalpina e tra i principali redattori della Dichiarazione universale dei diritti umani, che, dopo aver pubblicato il celebre Indignatevi!, insieme al saggista Albert Jacquard, si sofferma sulla necessità di proporre ai giovani le coordinate per fare in modo che il nostro pianeta possa continuare a sopravvivere. Hessel ci invita a ripartire dalle nostre esperienze, dal cercare e praticare la democrazia e la pace, assicurando vita e futuro alle nuove generazioni e difendendo spazi che l’umanità ha l’obbligo di conservare, anziché distruggere.

Nel complesso, i titoli suggeriti restituiscono in maniera specifica e ampia una storia recente, non soltanto italiana, di una militanza civile che si trasformò in una delle conquiste più importanti da un punto di vista dei diritti sociali. A dieci anni di distanza, rivisitate oggi, sembrano battaglie ormai perdute nel tempo, eppure fanno parte e saranno parte di un presente e un futuro ancora in via di soluzione, se soluzione ci sarà. Il tratto distintivo che lega questi libri riguarda infatti proprio quello spirito collettivo che i testi indicati ricordano in occasione dei referendum, uno spirito al tempo forse inatteso, che per certi versi colse di sorpresa gli stessi promotori delle tante iniziative organizzate a sostegno del voto.

Uno spirito comune, per i beni comuni, da recuperare al più presto. Per il bene di tutti.