Una buona notizia – finalmente – dal fronte dell’editoria. La Commissione bilancio della Camera ha apportato una sostanziale modifica all’articolo 44 del decreto legge 112 (diventato legge 133), approvato in estate, grazie alla quale si ripristina di fatto per due anni il diritto soggettivo ai contributi diretti destinati ai giornali editi dalle cooperative di giornalisti. Il testo passerà all’esame dell’Aula il 4 novembre.

La commissione ha, infatti, deciso che il limite di finanziamento determinati dalle disponibilità di bilancio potrà entrare in vigore “nell’esercizio finanziario successivo a quello dell’anno in cui verrà emanato il Regolamento che riordina i criteri di erogazione dei contributi”, e su questo si precisa che dovrà essere portato all’esame del Parlamento per l’espressione del “parere vincolante” delle commissioni di competenza (bilancio e cultura). Tutto viene, dunque, rinviato presumibilmente al 2010, sventando il pericolo della chiusura immediata per decine di testate colpite da un provvedimento capestro che era calato sui bilanci in corso delle aziende editoriali con un’evidente illegittimità a cui la Commissione bilancio della Camera ha voluto – all’unanimità - saggiamente porre riparo.

Il presidente di Mediacoop, Lelio Grassucci, che ha guidato con vigore e forza di argomenti la sollevazione di gran parte del mondo dell’editoria e del giornalismo contro il diktat di Tremonti, commenta: “Il colpo di mano del governo contro l’editoria cooperativa è stato sventato. Il problema viene rinviato di due anni, un tempo sufficiente per affrontare con serenità e efficacia il tema di una riforma seria dell’editoria che continua a essere sollecitata da Mediacoop”. Un risultato importante, prosegue Grassucci, “è anche la decisione di ricondurre la discussione sul nuovo Regolamento alla giusta sede parlamentare, come abbiamo richiesto con un’insistenza alla fine premiata”. Si potranno così approfondire gli aspetti poco chiari e quelli non condivisibili del provvedimento del quale Mediacoop già aveva chiesto che venissero sottolineati con maggiore nettezza gli elementi di bonifica del settore e di cancellazione degli abusi perpetrati dalle false cooperative.

Soddisfazione viene espressa da Fulvio Fammoni, segretario confederale della Cgil con delega all’informazione, che nella complessa vicenda è intervenuto più volte chiedendo “il ripristino del diritto soggettivo” come misura di trasparenza e certezza in un settore delicato della vita pubblica del paese. “Il governo è stato smentito –commenta a caldo Fammoni – e il voto della commissione bilancio riapre una discussione che si era voluto, come sta accadendo troppo spesso e non solo nel settore dell’editoria, frettolosamente archiviare”. “Dopo la prova di forza – aggiunge Fammoni – è arrivata l’ora del confronto serio, delle proposte per una riforma vera, da condividere prima di tutto con il mondo dell’editoria e del giornalismo che vuole riformare. La Cgil non si sottrarrà alla discussione e al dovere della proposta per gli interessi e i valori che rappresenta”.