“I Cda di alcune aziende editoriali hanno già comunicato ai Comitati di redazione l'apertura dello stato di crisi, altri si apprestano a farlo nei prossimi giorni. Sono le conseguenze dell'articolo 44 del decreto Tremonti, che rende difficile il rapporto col mondo bancario e taglia 87 milioni di euro nel 2009 e oltre 100 nel 2010, determinando uno squilibrio pesante per i conti economici delle aziende”. Un grido d’allarme vero, non una esagerazione: è ciò che realmente sta succedendo (e che succederà) al mondo dell’editoria cooperativa italiana. Colpita da tagli consistenti al Fondo per l’editoria e dall’eliminazione del “diritto soggettivo” ai contributi.

A lanciarlo è stato stamani Lelio Grassucci, presidente di Mediacoop (l'associazione cooperative editoriali e di comunicazione di Legacoop), riunita oggi in assemblea straordinaria a Roma. “Il provvedimento – ha aggiunto – interviene su bilanci che per i tre quarti sono già trascorsi, quindi non è possibile riportarli in equilibrio. Per i giornali che non hanno alle spalle economie forti la chiusura è normale”. Per questo Mediacoop chiede un provvedimento urgente, da inserire in uno dei decreti in trasformazione o in Finanziaria, che ristabilisca il diritto soggettivo e reperisca le risorse necessarie mediante la costituzione di un Fondo di solidarietà finanziato dalla pubblicità e da una rimodulazione dell’Iva sui prodotti collaterali (i “gadget”, tanto per intenderci) venduti nelle edicole.

Un allarme pienamente condiviso da Giulio Poletti, presidente di Legacoop: “Da tempo diciamo di cambiare il regolamento perché ci sono risorse assegnate in modo iniquo, qui si rischia il fallimento. I piani di salvataggio per altri (ha detto riferendosi ad Alitalia, ndr) hanno molti zero in più. Le due cose non sono comparabili, ma stiamo comunque parlando dei rapporti tra lo Stato, la società, l'azione culturale e plurale da sostenere”. E sempre continuando l’analogia con la compagnia di bandiera, ha così concluso: “Se lì non si trova la situazione giusta, si revoca la licenza per volare. Qui, se non si accelera il processo di erogazione dei finanziamenti non si pubblica più, non si pagano gli stipendi, non si stampa”.

Fammoni (Cgil), libertà d’informazione in pericolo
“La Cgil aderisce con convinzione all’iniziativa e chiede il necessario ripristino del diritto soggettivo dei giornali, quotidiani e periodici, editi in cooperativa, politici, di movimento e no profit, a godere dei contributi pubblici diretti all’editoria”. Così il segretario confederale della Cgil Fulvio Fammoni, in un messaggio inviato all'assemblea straordinaria di Mediacoop: “Questo diritto alla sopravvivenza di tante testate è il pilastro su cui si basa il pluralismo dell’informazione e delle idee sancito dalla Costituzione italiana”. Per la Cgil, quindi, è “indispensabile modificare l’articolo 44 del decreto legge 112, oggi legge 133, che tagliando pesantemente le risorse finanziarie cancella questo diritto, sulla cui importanza per la libertà di informazione si è più volte espresso il Parlamento”.

Il provvedimento, denuncia il dirigente Cgil, “ha immediate gravi conseguenze per decine di testate che già vivevano una difficile situazione finanziaria, con la certezza di metterne in discussione la sopravvivenza, i livelli occupazionali, il pluralismo e la qualità dell’informazione”. Testate, precisa Fammoni, che “esprimono idee e rappresentano opinioni di movimenti, associazioni e organizzazioni della società italiana: sono organi di informazione che non godono dei favori del mercato pubblicitario, ma che sono radicate nella vita politica e sociale del paese”. La Cgil, conclude il segretario confederale, “ritiene pertanto indispensabile e urgente che il Parlamento discuta in una sede propria una vera riforma dell’editoria, che difenda il pluralismo e riordini i criteri di erogazione del contributo pubblico ai giornali, per evitare abusi e discriminazioni, incoraggiando processi innovativi e la qualità delle pubblicazioni. Per questo un'iniziativa forte e incisiva, di denuncia e mobilitazione, deve essere sviluppata fino alla modifica di questa norma sbagliata”.

Serventi Longhi (Rassegna Sindacale), da governo ricatto odioso
"Molti giornali chiuderanno di qui a poche settimane e pochi mesi. Non è solo un problema occupazionale, ma è un gravissimo problema di democrazia". A dirlo è Paolo Serventi Longhi, direttore del settimanale della Cgil Rassegna Sindacale: “Chi ha lavorato alla legge e poi al regolamento di applicazione ha fatto un lavoretto di fino. Ha accettato alcuni criteri ed emendamenti presentati dal mondo dell'editoria, ma poi nega il diritto soggettivo al contributo pubblico”. Per quanto riguarda Rassegna Sindacale, i “tagli ipotizzabili sono del 50 per cento dei fondi, oltre a un’incertezza di finanziamento che taglia le linee di credito bancario su cui vivono molte delle aziende”. Continua Serventi Longhi: "Siamo vittime di una decisione affidata al governo, che potrà decidere quanti e quali soldi dare al settore. È un ricatto odioso, un attacco al pluralismo nel momento in cui il mercato della pubblicità e' squilibrato a favore delle grandi imprese editoriali".

Gli altri interventi: Franco Levi e De Biasi
All’incontro è intervenuto anche l'ex sottosegretario con delega all'Editoria Ricardo Franco Levi: “L’esecutivo non intende discutere col Parlamento della riforma sull'editoria. Il rispetto dell'articolo 21 della Costituzione non permette che vi sia l'intervento dell'esecutivo nel decidere sulla vita e sulla morte delle iniziative editoriali. Mi auguro che la volontà di un disegno organico sull'editoria sia una discussione comune, sarebbe la prima volta in questa legislatura”. L’ultimo intervento è stato quello di Grazia De Biasi, deputata Pd e componente della commissione Cultura della Camera: “C’è un taglio pesante e complessivo che coinvolge editoria, cultura e scuola. Nel merito, credo che il vero punto su cui intervenire per diminuire i tagli e ripristinare il diritto soggettivo penso sia la manovra finanziaria".

Tarcisio Tarquini (presidente Edit Coop), da Mediacoop proposte serie e praticabili
“Questa mattina il mondo delle cooperative giornalistiche e dell’editoria non profit – ha detto Tarcisio Tarquini, presidente della cooperativa editrice di Rassegna Sindacale e di Rassegna.it, commentando i lavori dell’assemblea di Mediacoop dai microfoni di www.radioarticolo1.it, che all’avvenimento ha dedicato una trasmissione in diretta - non si è limitato a innalzare una vigorosa voce di protesta. Ha presentato proposte serie, praticabili, che bonificherebbero il settore dagli sprechi e dagli abusi senza colpire nel mucchio buoni e cattivi”. Ha poi aggiunto: “In particolare è convincente l’ipotesi di un fondo di solidarietà alimentato da una qualche forma di prelievo sulla pubblicità. Se, infatti, la patologica distribuzione della risorsa pubblicitaria è una delle cause maggiori delle difficoltà accusate dai giornali cooperativi, è bene che l’intervento di riequilibrio passi attraverso la pubblicità”.