Alfio Mannino è il nuovo segretario della Cgil siciliana. Lo ha eletto l’assemblea generale con 119 voti a favore, 16 contrari e 3 astenuti. Il nuovo leader della Cgil regionale è nato in Germania, “ma la differenza che c'è tra ieri e oggi – ha detto nel corso della sua intervista su RadioArticolo1 – è che allora quando si partiva si migrava verso la Germania, ora invece siamo in una condizione nella quale chi va via dalla Sicilia difficilmente ha nel proprio orizzonte quello di ritornare in questa terra: si tratta di una grossa perdita di capitale umano non indifferente per la nostra terra”.

Partire per trovare condizioni migliori. “Ed è per questo – ha raccontato – che per quanto ci riguarda in mare non ci sono migranti, non ci sono rossi, gialli, neri: in mare ci sono persone da salvare. Quindi è del tutto inaccettabile che persone che scappano da miseria, fame e carestie vengano utilizzate per fare propaganda politica. Abbiamo invece il dovere e l'obbligo di garantirgli un porto sicuro e di farli sbarcare. Poi è chiaro che il fenomeno dell’immigrazione non lo risolve soltanto in Italia e quindi vi è la necessità di una riforma complessiva a partire dal regolamento di Dublino”.

Nel corso del suo intervento Mannino ha stigmatizzato anche la chiusura del Cara, con la conseguente perdita del lavoro degli operatori di Mineo: “Certamente il Cara era una risposta sbagliata a un problema reale che c'era in quel territorio, però noi pensavamo che si poteva rafforzare la politica degli Sprar, cosa che non è avvenuta perché l'idea di questo governo non è quella di risolvere e affrontare il problema, ma di soffiare sul fuoco e alimentare le paure e le insicurezze dei cittadini. Il risultato è stato che noi abbiamo centinaia e centinaia di migranti che bivaccano per la Sicilia e operatori che sono a casa licenziati”.

Quanto ai temi che riguardano specificamente il futuro della Sicilia, “non c'è dubbio che la legalità e la lotta alla mafia sono i presupposti per costruire una Sicilia migliore” ed è centrale anche la questione che riguarda giovani e donne: “Quando l'occupazione femminile si ferma al 29,2% significa che hai un capitale umano che non viene messo a reddito e a valore per il rilancio di questa terra. A partire dal Piano per il lavoro, la Carta universale dei diritti del lavoro, e il Piano straordinario per il lavoro giovanile e femminile credo che possiamo costruire un modello di sviluppo e di crescita che parta proprio dal lavoro delle donne e dei giovani”.

Rispetto ai settori su cui puntare, per il sindacalista il modello di sviluppo della Sicilia non può prescindere da agricoltura e turismo, però è anche vero che una grande regione con 5 milioni di abitanti non può non avere un apparato produttivo che si basi anche sull'industria. Ovviamente deve essere un'industria che parte dalle proprie vocazioni, che attraverso processi di innovazione abbia una riconversione verso le politiche ambientali.

Mannino ha poi denunciato l’assenza di un’interlocuzione con il governo regionale: “Abbiamo la percezione che non abbia la consapevolezza della profondità della crisi economica e sociale che attraversa la regione”. Fatto evidente poiché “nessuna delle riforme che erano necessarie sono state messe in campo. Chiediamo di provare intanto a dare efficienza all'azione amministrativa per sbloccare tutte quelle risorse che già oggi sono disponibili e che sono funzionali allo sviluppo e alla crescita economica di questa regione”.

Infine, per il segretario generale della Cgil siciliana “bisogna provare a rimettere al centro il lavoro, la qualità del lavoro. Perché da noi il lavoro che c’è è povero. E abbiamo la necessità di costruire un welfare che partendo dai bisogni degli anziani, dei disabili e dei giovani possa dare una risposta positiva alle persone”.