I dati ufficiali ancora non ci sono, ma dalle stime che si stanno elaborando in Cgil emerge l’ipotesi realistica di un +12% di cassa integrazione, rispetto all’anno scorso, nei settori produttivi. L’Inps – spiegano a Corso Italia – è in ritardo nella pubblicazione dei dati ufficiali: di solito li fornisce entro il 10 del mese, siamo al 20 e ancora non sono arrivati. Ma se manca l’ufficialità, gli elementi per parlare di una “valanga” in arrivo – come ha fatto il 20 Guglielmo Epifani – ci sono già tutti.
“Dalla ricognizione che stiamo facendo in queste ore – ha spiegato il segretario generale della Cgil nel corso della trasmissione “Panorama del giorno”, su Canale 5 - esce un quadro molto pesante”. Una crisi che “sta colpendo le nostre strutture, e anche regioni come l’Emilia Romagna, che non avevano avuto problemi, ne hanno di seri”.

Secondo Epifani, “c’è bisogno di un intervento molto forte che abbia due caratteristiche: da una parte favorire l’accesso al credito, perché le banche hanno liquidità ma tendono a trattenerla; dall’altra agire sulla crisi forte della domanda di consumi finali. Le famiglie non hanno soldi e spendono sempre meno. Quindi bisogna sostenere la domanda con sgravi fiscali e una politica di ammortizzatori sociali diversa, perché corriamo il rischio che centinaia di migliaia di persone restino senza tutele”.

Il governo avrebbe intenzione di varare il decreto legge anticrisi entro la settimana prossima, dopo averlo illustrato ai sindacati. Berlusconi ha dichiarato che l’esecutivo si sta impegnando perché "la crisi dei mercati non abbia ricadute sulla crisi reale" e sta "pensando alle famiglie disagiate". Si parla di misure nell'ordine di 3 o 4 miliardi per imprese e famiglie.

Il pacchetto dovrebbe contenere anche gli stanziamenti in infrastrutture (circa 16 miliardi) che il Cipe sbloccherà in settimana. E poi, come ha spiegato il 19 alla Camera il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi, risorse aggiuntive per la cassa integrazione straordinaria in deroga e di sostegno al reddito dei disoccupati. La cifra complessiva annunciata dal ministro Tremonti allo scorso G20 è di circa 80 miliardi di euro. Ma – come spiega il segretario generale della Cgil, Agostino Megale, in un’intervista a Rassegna Sindacale - “si tratta soltanto di una partita di giro (…) che, come tale, non ha nulla di quel carattere straordinario che, in una situazione altrettanto straordinaria come quella attuale, una manovra pensata per rilanciare l’economia dovrebbe avere. Quello di cui ci sarebbe bisogno – spiega Megale - la Cgil lo ha detto più volte in queste settimane, a partire dalla recente assemblea dei quadri e delegati: bisogna sostenere i consumi attraverso un forte sostegno ai redditi da lavoro e da pensione. Quindi: 500 euro in più già con le tredicesime, attraverso detrazioni fiscali o detassazioni da estendere, tra l’altro, a quei lavoratori precari che non hanno tredicesima. Poi occorre ampliare la platea dei pensionati che ricevono la quattordicesima mensilità”. Molto da fare ci sarebbe anche sulle misure di sostegno all’occupazione e ai redditi dei lavoratori colpiti dalla crisi. Come ha scritto Scalfari occorrerebbe intervenire sugli ammortizzatori sociali. “Su questo versante – argomenta Megale – staremo a vedere cosa farà il governo, ma certo i primi segnali non sono incoraggianti. Sembra che l’esecutivo voglia confermare l’impiego di un miliardo di euro per la detassazione sugli straordinari”.

Industria autoveicoli, Istat: fatturato settembre -3,2% annuo, ordinativi -9,5%
Il settore auto è tra i più esposti, colpito dal crollo della domanda mondiale. Non solo negli Stati Uniti, dove le Big Three (Gm, Chrysler e Ford) sono sull’orlo della bancarotta, e hanno chiesto al Congresso un piano di interventi da 25 miliardi di dollari che molto probabilmente non arriverà. Anche in Germania (Opel) e Francia (Renault). Per non parlare dell’Italia, dove in base alle ultime stime dell’Istat si e' registrato a settembre un calo del fatturato del 3,2% rispetto allo stesso mese dello scorso anno e un calo degli ordinativi del 9,5% rispetto a settembre 2007. L'istituto di statistica precisa inoltre che il calo tendenziale del fatturato e' il risultato di un calo del 9,4% del fatturato nazionale e di un aumento del 6,4% di quello estero. Il calo tendenziale degli ordinativi, invece, e' il risultato di una flessione del 2,9% degli ordini nazionali e di un calo del 18,3% di quelli esteri.

Aiuti di stato?
Sempre la settimana prossima la Commissione europea dovrebbe varare un piano congiunturale di aiuto alle imprese nell’ordine dei 130 miliardi di euro. Non si parla ancora di sovvenzioni dirette al settore automobilistico, ma di un programma di investimento in infrastrutture (opere pubbliche), ambiente ed efficientamento energetico.

In Francia, invece, il fondo strategico di investimento varato per sostenere le aziende a fronte sarà di circa di 20 miliardi di euro. Lo ha annunciato il presidente francese Nicolas Sarkozy, nel corso di una visita a un impianto industriale nella valle della Loira.

Sugli aiuti all’automobile il 19 ha alzato la voce l'amministratore delegato della Fiat Sergio Marchionne, dichiarando che devono essere “o per tutti, o per nessuno”

E secondo Epifani “se gli Stati Uniti spendono 30 miliardi di dollari e avviene un’operazione simile in Germania, anche l’Italia dovrà farlo”.

Fammoni (Cgil), misure governo su precari non risolvono problemi
“Il governo, che pure ogni giorno conferma i suoi pregiudizi verso la Cgil, inizia ad attingere dalle proposte della nostra piattaforma, a base dello sciopero generale del 12 dicembre”. E’ quanto afferma il segretario confederale della Cgil, Fulvio Fammoni, che ricorda come l'esecutivo, per quanto riguarda gli effetti della crisi sull’occupazione, “ha già dovuto alzare lo stanziamento delle risorse per gli ammortizzatori in deroga, come da noi richiesto, sebbene in quantità che abbiamo definito del tutto insufficiente”.

“Adesso - prosegue il dirigente sindacale - il governo annuncia un ulteriore rialzo delle dotazioni economiche e soprattutto deve convenire sulla necessità di estendere la tutela ai lavoratori precari sui quali per primi si abbattono gli effetti della crisi”. Fammoni, che non conosce il dettaglio di questi provvedimenti “perché il governo si guarda bene dal convocare le forze sociali”, pretende però chiarezza: “Non si possono preannunciare provvedimenti se poi non risolvono davvero i problemi”.

“L’estensione ai precari (una platea potenziale di oltre 4 milioni di persone) - afferma - deve prevedere norme certe che ne garantiscono l’utilizzo per tutti i lavoratori per il periodo necessario e una copertura per questo adeguata. Questi provvedimenti non possono riguardare solo il 2009. La crisi colpisce adesso, questi lavoratori rimangono senza lavoro e senza tutele adesso, mentre le nuove norme paiono previste solo per il prossimo anno. Si tratterebbe di una scelta sbagliata e discriminatoria".

Così conclude la nota: "Non si può parlare di estensione degli ammortizzatori e proseguire nell’approvazione delle norme che licenziano i precari della pubblica amministrazione. Ad adeguate tutele - conclude Fammoni - devono corrispondere interventi necessari a far ripartire lo sviluppo, altrimenti l’effetto sull’occupazione si trasformerà in una valanga. Questi interventi mancano o sono del tutto insufficienti e continueremo a rivendicarli con lo sciopero generale del 12 dicembre”.