Un libro che ripercorre gli ultimi vent’anni, dal 1996 al 2016, della Camera del Lavoro di Vicenza. Per conoscere la strada percorsa dal sindacati radicato sul territorio e continuare a immaginare e costruire un mondo diverso, a partire dalla scelta di stare dalla parte dei lavoratori, dei pensionati, di chi ha perso o cerca occupazione, di quanti sono vittime e sono privi di diritti e, in generale, della parte del più debole.

È questo il volume “La Cgil vicentina, storie di segretarie e segretari”, presentato con un evento il 19 gennaio scorso, “un atto d’amore e di cura verso la nostra organizzazione, una scelta che contiene una profonda valenza politica, un forte tratto organizzativo e un significativo connotato pedagogico”, dichiara il segretario provinciale Giampaolo Zanni.

“Da una parte troviamo l’importanza e la necessità di farsi storia – si legge nella quarta di copertina - e di riflettere su vicende che solo apparentemente riguardano il dibattito interno, ma che anzi sono strettamente legate a quanto accadeva in quegli anni a livello nazionale e internazionale. Dall’altra i temi economici, le lotte per i diritti dei lavoratori (compresi i migranti giunti nel Vicentino), per il bene comune, per la pace, per l’ambiente e per le questioni di genere ci chiamano tuttora a misurarci con le possibili trasformazioni del presente”.

Riflettori puntati sulle radici, quindi, di un’organizzazione come la Cgil che è soggetto contrattuale e politico, la sua storia, quella delle persone che hanno militato, i vissuti, le speranze e i loro valori, che costituiscono un patrimonio fondamentale, attraverso i racconti dei segretari Gino Zanni, Oscar Mancini e Marina Bergamin.

“Un bene prezioso che va trascritto, curato e preservato affinché diventi memoria condivisa – conclude Zanni -, fonte d’appartenenza e d’identità collettiva e bussola per navigare verso il futuro nel concitato gorgo del presente. Questa ‘narrazione’ è stata importante per i militanti nel dopoguerra ed è indispensabile oggi, in un mutato contesto generale nel quale sono crollati sistemi di valori e appartenenze e speranze collettive”.