Di fronte al disagio abitativo che sta aumentando, alle migliaia di domande per una casa popolare che rimangono insoddisfatte, ai canoni di affitto che salgono, il ministro delle Infrastrutture che fa? Propone l’ennesimo condono, il Salva casa lo ha chiamato, “qualcosa che milioni di italiani aspettano da anni” parole sue. Un provvedimento, il cui testo non è ancora definitivo, pensato per aiutare le famiglie a comprare o vendere casa loro, un problema che a suo dire sta bloccando gli uffici comunali.

Il fine mese delle famiglie

“Il ministro Salvini evidentemente pensa che gli inquilini siano una categoria di agiati di cui è inutile preoccuparsi – afferma Stefano Chiappelli, segretario generale del Sunia, il sindacato degli inquilini della Cgil -. Ma non può ignorare i dati sugli sfratti, l’impossibilità di molte famiglie ad arrivare a fine mese, gli affitti improponibili, specialmente da quando è stato azzerato con un colpo di spugna il fondo sociale per l’affitto e la morosità incolpevole. Adesso capiamo a cosa servisse il tavolo aperto con più di 50 associazioni per stendere le linee guida di un nuovo piano casa. Il vero piano era condonare, sanare tutte le irregolarità che ci sono negli appartamenti”.

10 anni per un alloggio

Eppure i problemi non mancano e riguardano davvero milioni di persone, ma le soluzioni ci sono e sono alla portata. L’attesa per l’assegnazione di un alloggio popolare in molti casi supera i 10 anni, il fabbisogno è di almeno 650 mila alloggi di edilizia residenziale pubblica, partendo dalla riqualificazione e dal recupero del patrimonio non utilizzato, quindi a consumo zero di suolo. Le case popolari sfitte che attendono risorse per essere ristrutturate e riassegnate sono oltre 60 mila e ogni anno questo numero aumenta. Il 70% di circa un milione di alloggi pubblici necessita di interventi strutturali o di efficientamento energetico.

Affitti alle stelle

Ancora: l’Istat ha certificato che circa 2 milioni e mezzo di famiglie non sono in condizione di pagare l’affitto e le spese condominiali, che insieme incidono per oltre il 40 per cento sul loro reddito. E con i rincari degli ultimi due anni questa percentuale è aumentata. Secondo il centro ricerche di mercato Cresme, che ha elaborato i dati semestrali Omi-Agenzia delle entrate, tra il 2022 e il 2023 i prezzi delle locazioni sono saliti in media del 6 per cento, ma a tirare sono stati soprattutto i prezzi degli affitti nelle 14 città metropolitane con un più 10,2% di media. Al primo posto Milano (+19%), seguita da Trieste (+16,4) e Napoli (+15,8).

Petizione popolare

“Il governo non presta alcune attenzione alle categorie dei più deboli – prosegue Chiappelli – ed è per questo che nei mesi scorsi abbiamo messo in campo una petizione popolare per il diritto alla casa, per la quale abbiamo raccolto 45 mila firme, che adesso è in calendario nelle commissioni competenti di Camera e Senato per essere discussa. Noi chiediamo lo stanziamento di 1 miliardo di euro annuo per aumentare l’offerta abitativa pubblica e ulteriori 900 milioni per il rifinanziamento del fondo sostegno affitti e della morosità incolpevole, azzerato dall’attuale governo. Il salva casa sembra uno spot da campagna elettorale in vista delle europee, pensato per accaparrarsi qualche voto in più, ma fregandosene dei problemi reali di questo Paese”.