Ieri, 31 gennaio, presso il centro congressi la Nuvola di Roma, Poste italiane ha presentato il progetto Polis - Case dei servizi di cittadinanza digitale alla presenza delle massime cariche dello Stato e dei 7 mila sindaci dei comuni interessati dall’iniziativa.

"Già qualche anno fa, avevano chiesto a Poste un maggior impegno per favorire il contatto dei cittadini con i servizi digitalizzati della pubblica amministrazione", affermano in un comunicato congiunto Slc e Cgil. Il progetto Polis, finanziato per 800 milioni dai fondi del Pnrr e per altri 400 milioni a carico di Poste italiane interesserà circa 7 mila uffici postali nei centri con meno di 15 mila abitanti. Le aree individuate corrispondono a quelle più disagiate, spesso a luoghi dove l’ufficio postale rappresenta l’unica presenza dello Stato.

In quegli uffici si realizzerà il cosiddetto ‘Sportello unico’, una piattaforma multicanale per la fruizione di servizi erogati dalla PA, oltre alla realizzazione d'interventi di trasformazione green e la creazione di 250 spazi di co-working.

"Il progetto coniuga diversi aspetti positivi, a partire dall’investimento di risorse importanti per la crescita digitale del Paese, laddove ce n’è più bisogno, nelle aree periferiche e nei piccoli comuni. Poste rappresenta la più grande azienda del Paese e, anche grazie alle nostre lotte, è rimasta un’azienda pubblica. Polis rinsalda la missione storica di Poste italiane al servizio del Paese e a sostegno della coesione sociale, sfruttando le potenzialità della rete degli uffici postali quali hub di servizi digitali al favore del cittadino", prosegue la nota sindacale.

"Riducendo gli spostamenti delle persone, si realizza anche un contenimento degli impatti ambientali dovuto ai trasporti. Ovviamente, tutto ciò non può sostituire ne comprimere il ruolo della pubblica Amministrazione che resta fondamentale per accompagnare il Paese nel futuro e alla quale è doveroso assicurare tutti gli investimenti necessari", conclude il sindacato.