Puntata n. 9 - La nazionale di calcio del Marocco è una bella sorpresa in questo mondiale brutto e cattivo. Elimina la Spagna e festeggia sventolando in campo la bandiera palestinese. Caroselli dei in tutte le principali città europee. Qualsiasi cosa accada contro il Portogallo ai quarti resta la più bella favola di questo torneo 

 

C’era una volta la nazionale di calcio del Marocco 

Una bella sorpresa di questo mondiale brutto e cattivo. Non gioca un calcio da favola, ma è comunque una squadra da favola. Quelle belle che racconti ai bambini. Che non si vive di soli schemi. Tutti quei figli di immigrati di seconda generazione – se ne contano 14 – spesso rimasti marocchini per le leggi ostiche sull’acquisizione della cittadinanza, hanno portato sul campo la rabbia sportiva di una storia di lotta millenaria durante la quale la Spagna per secoli imperiale e cattolica e poi franchista sfruttò i dirimpettai del Maghreb in ogni modo possibile. Questioni ancora oggi aperte, cui i giocatori marocchini hanno risposto con la loro esuberanza e la loro gioventù, con quella freschezza che di solito la domenica spargono indossando le maglie di prestigiosi club europei, dal Paris Saint Germain in giù. Sono stati loro a eliminare la Spagna. Non ce ne voglia il maestro Francesco De Gregori, ma ieri sì da un calcio di rigore abbiamo giudicato i giocatori. Che subito dopo hanno festeggiato sventolando in campo la bandiera palestinese. Loro, per una notte vincitori festeggiati dai connazionali di tutta Europa, da Bruxelles a Roma a Madrid a Berlino, hanno voluto condividere questa vittoria con un altro popolo oppresso e dimenticato dall’Occidente. Domani il cammino mondiale potrebbe finire contro il Portogallo, la favola no. Grazie ad Hakimi, nato, per uno scherzo del destino, proprio a Madrid, da genitori marocchini, e ai suoi compagni, ultimi africani nel torneo, per averci ricordato che ogni tanto sul campo c’è anche altro oltre a soldi e pallone.

Vorrei ma non pos

Continua a far discutere in legge di stabilità l'aiutino pro-evasione del governo Meloni che incentiva i contanti e boicotta i pagamenti col bancomat. Il sassolino del direttore di Collettiva, Stefano Milani

Il vizietto nostrano del chiudi un occhio e abbassa la voce si riverbera plasticamente in questa legge di sbilancio. Tutta trasudante di spocchiosa rivalsa appannaggio dei furbetti del “c’ho il pos in assistenza tira fuori le banconote, please”. La pacchia è finita, ma la spocchia del tassista è tutto un programma quando lascia col bancomat tra le gambe il turista incredulo. Chiamale se vuoi evasioni, ma non disturbare chi vuole fare e, soprattutto, disfare. L’unico nero che piace alla destra è quello dei pagamenti senza lasciare traccia. Con la ricevuta ti ci puoi soffiare il naso. Si vabbe' l’etica. Si vabbe' il sistema pubblico in cancrena. Ma vuoi mettere l’odore dei soldi? E chissenefrega se siamo il Paese campione d’Europa di evasione fiscale: 86,5 miliardi di euro. Certo sarebbe bello se qualcuno ce li chiedesse indietro. Tutti. Uno a uno. Rigorosamente in contanti. In monete da 50 centesimi.

Sciopero perché

La manovra è sbagliata, è contro il lavoro e deve essere cambiata. La Cgil insieme con la Uil chiamano alla piazza e a incrociare le braccia i lavoratori e le lavoratici, i pensionati e le pensionate. Per far sentire la propria voce al governo. Territori in fibrillazione. La prossima settimana, tra lunedì 12 e venerdì 16 dicembre, scioperi generali regionali si susseguiranno regione per regione. È l’inizio di un percorso che non si arresterà fin quando il governo non darà le risposte giuste.

Strage quotidiana

Sono 909 i lavoratori che da gennaio a ottobre 2022 hanno perso la vita da Nord a Sud del Paese con una media di 90 vittime al mese, 88 fino a settembre 2022, secondo i dati dell'Osservatorio Vega sulla Sicurezza di Mestre. Per questo nel conto ufficiale degli incidenti Michele Pisciotta ancora non c’è. Quel conto si ferma al 31 ottobre. E l’operaio specializzato precipitato da una impalcatura di via Libertà a Palermo lo scorso è morto lo scorso 30 novembre. Aveva 67 anni. Come è possibile che un uomo di 67 anni sia costretto ancora a stare in cantiere, salire su una impalcatura? Per approfondire collettiva.it.

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