Il Comune di Pomigliano d'Arco ha affidato ha affidato un appalto di 50 mila euro per la manutenzione delle strade a un testimone di giustizia sotto scorta, un imprenditore che ha denunciato il racket: e già si parla di "modello Pomigliano". Nello specifico, il territorio aveva bisogno di un'ampia manutenzione delle strade, dissestate a causa delle buche e degli agenti atmosferici: attraverso un affidamento diretto, dunque, è stato scelto Filippo Nocerino, imprenditore edile di Ercolano, che si è impegnato in prima persona contro la criminalità organizzata e con le sue denunce ha permesso vari arresti. Un'iniziativa che ha visto subito il pieno sostegno della Fp Cgil, il sindacato della funzione pubblica, che la indica come pratica virtuosa da coltivare e seguire. 

Il provvedimento è stato costruito e portato avanti dalla polizia municipale di Pomigliano. Sono proprio i loro esponenti a ricostruire la vicenda, conversando con Collettiva. Luca Maiello, comandante della polizia municipale, la spiega così: "Dovevamo fare un affidamento per la ricostruzione del manto stradale. Naturalmente l'affidamento diretto è discrezionale, quindi abbiamo deciso di affidarci a una white list: in altri termini, a parità di requisiti per eseguire il lavoro scegliamo chi ha denunciato il racket. Non è facile trovare aziende che abbiano tali requisiti: in questo caso ne abbiamo individuata una e abbiamo scelto di procedere". L'azione si è svolta di concerto alla prefettura: "Ci siamo rivolti a loro per chiedere quali fossero i collaboratori di giustizia. Un ruolo fondamentale lo ha svolto Salvatore Cantone, presidente dell'associazione antiracket di Pomigliano, che si è messo in contatto diretto con gli imprenditori di Ercolano". Alla fine la manutenzione è andata bene, anzi molto bene: "Con questo metodo abbiamo speso di meno e ottenuto una qualità nettamente superiore rispetto al lavoro precedente".

Lucia Casalvieri è la dirigente del settore tecnico della pulizia municipale che ha firmato il provvedimento. "Abbiamo scelto questa strada per lanciare un messaggio - afferma -: visto che viviamo un momento particolare, scegliamo di usare la nostra discrezionalità per premiare questo tipo di aziende. Così vogliamo lanciare un monito importante: utilizziamo imprenditori antiracket, persone che non vengono chiamate facilmente, che hanno una protezione particolare, con cui abbiamo instaurato subito un bel rapporto". Un messaggio che si rivolge a tutto il territorio: "Siamo vicini alle persone che denunciano. Gli imprenditori così - ci auguriamo - saranno più portati a ribellarsi al crimine: sanno che dopo lavoreranno ancora e non verranno lasciati soli". L'opera non si ferma, andrà avanti: "Lo faremo ancora, stiamo preparando un affidamento importante sui rifiuti". 

"È un'iniziativa bellissima, che attribuisce un significato particolare all'azione coraggiosa di denuncia". Così il segretario confederale della Cgil, Giuseppe Massafra, che fa il punto per il sindacato sottolineando la necessità sempre crescente di legalità. "Noi come Cgil da tempo sottolineiamo una preoccupazione generale - spiega -, soprattutto in questa stagione di grandi appalti pubblici, basti pensare al Pnrr e alle risorse che arriveranno sul territorio". C'è un timore preciso: "Se non abbiamo una gestione oculata si rischia l'illegalità diffusa. Bisogna affidare gli appalti alle imprese sane, quelle che si siano distinte per la loro capacità di azioni legali. Il tema - riflette Massafra - si lega anche alla qualità degli investimenti e dei lavori di affidamento: noi mesi fa, insieme a molte associazioni, abbiamo stilato un manifesto in cui evidenziamo il tema centrale di come gestire le risorse pubbliche".

La legalità deve essere al centro di tutto: "Noi oggi parliamo del modello Pomigliano, perché è in capo a un'amministrazione la capacità di affrontare il tema - a suo avviso -. Adesso sarebbe importante affrontarlo modo strutturale. In altre parole, nella discussione in corso sul Codice degli appalti e sulle norme per i contratti pubblici, bisogna assegnare alla legalità la priorità assoluta. Quello che avviene a Pomigliano è lodevole. Ora occorre che, nel governo degli appalti, il tema sia presidiato e reso strutturale. Sappiamo che le ingenti risorse possono generare appetiti della criminalità organizzata e delle mafie - conclude -: ecco perché il Codice degli appalti deve assumere la legalità come punto centrale".