L'attacco alla Cgil di sabato scorso è un episodio gravissimo e una pagina letteralmente nera della nostra storia. I fascisti sono tornati, e cento anni dopo assaltano gli stessi simboli: il sindacato, cuore della partecipazione democratica dei lavoratori alla costruzione dello Stato. Che è come dire la condizione stessa perché in Italia esista una democrazia costituzionale. Da tempo, in pochi denunciavamo il ritorno dei nuovi fascisti e la gravissima compromissione di grandi partiti politici con quella storia: che non è affatto finita.

Essere antifascisti oggi vuol dire innanzitutto attuare la Costituzione della Repubblica. Si combatte il consenso al fascismo attuando l'articolo 3 della Costituzione: vera, sostanziale, eguaglianza fra uomini e donne, fra persone di pelle bianca e di pelle nera, valorizzazione delle differenze e redistribuzione della ricchezza, in un Paese sfigurato sempre di più dall’abisso che separa ricchi e poveri.

C'è un altro articolo della Costituzione che è davvero fondamentale per combattere il nuovo fascismo ed è l'articolo 9: la Repubblica che promuove lo sviluppo della cultura. Concetto Marchesi nella Costituente diceva che è la scuola, che è la cultura, il vero presidio della nazione. Quell'articolo fu voluto dai grandi antifascisti che ci liberarono dal ventennio: tra di essi Piero Calamandrei, che aveva partecipato alla vita del Circolo di cultura dei fratelli Rosselli, finito nel dicembre del 24 con un grande rogo di libri. Il fascismo brucia la cultura: il fascismo si combatte con più cultura. Non intesa come mercato che produce clienti e consumatori, ma come pieno dello sviluppo della persona umana che produce umani e cittadini capaci di partecipare alla vita democratica.

In questo momento il Parlamento è muto e irrilevante nella vita politica, il governo è nelle mani di un solo uomo della provvidenza: una situazione pericolosa, in cui il conflitto che non è agito nelle aule parlamentari rischia di prodursi nelle piazze, strumentalizzato dalla peggior destra fascista. Eguaglianza, cultura, partecipazione, rappresentanza parlamentare: è questa la strada per battere i fascisti.

Tomaso Montanari è il rettore dell'Università per stranieri di Siena