“Il rischio di una seconda ondata di contagi da Covid-19 diventa ogni giorno più evidente. Di fronte alla nuova espansione del virus è necessario sia evitare gli allarmismi sia mettere in atto le dovute contromisure per non rischiare di sottovalutare il pericolo: le conseguenze sarebbero disastrose”. A dirlo sono Cgil Roma e Lazio, Cisl Roma Capitale-Rieti, Uil Lazio e rispettive categorie dei trasporti.

"Consideriamo un errore - dicono i sindacati - aver portato la capienza dei mezzi di trasporto all’80% senza nessuna possibilità, tra l’altro, di effettuare controlli adeguati. Abbiamo sollecitato più volte le istituzioni, a partire dalla Prefettura, già durante il periodo di chiusura forzata ad aprile e infine a settembre, allo scopo di discutere come riorganizzare uno dei settori che più fa da fondamento alla ripresa e allo stesso tempo più rappresenta un punto complesso e delicato per il rischio di diffusione del virus: i trasporti. Nessuna risposta finora è arrivata, nessuna azione all’altezza della gravità della situazione”.

Aumentano, dunque, le preoccupazioni dei sindacati sull’applicazione del necessario distanziamento sui mezzi pubblici in tutta la regione, sia su strada sia su rotaie. “Riceviamo tutti i giorni decine di segnalazioni, da parte di lavoratrici, lavoratori, pensionate e pensionati, che riguardano l’eccessivo affollamento degli autobus circolanti dentro Roma e dei treni che trasportano i pendolari verso la Capitale”, proseguono Cgil, Cisl e Uil: “Abbiamo richiesto il coinvolgimento di tutti i soggetti pubblici e privati per trovare soluzioni condivise allo scopo di incrementare l’offerta di mezzi pubblici, per garantire ai pendolari condizioni di trasporto più sicure e in linea con le norme anti contagio, per assicurare agli addetti del settore la necessaria tutela della salute sul lavoro”.

I sindacati ritengono che servano “azioni anche sul fronte della domanda di trasporto per attivare investimenti e riorganizzazioni che puntino ad abbassare la necessità di spostarsi da parte dei lavoratori, ad esempio facendo leva sul lavoro agile, sul telelavoro e sulla rimodulazione degli orari di lavoro e di apertura degli esercizi commerciali”. Cgil, Cisl e Uil, in conclusione, affermano che la loro “disponibilità al confronto non trova interlocutori e, se continuerà l’assenza di risposte, non ci rimarrà altra scelta che la mobilitazione”.