Sono state ventiquattro ore di tam tam in rete. Tra post, articoli e commenti. Una lavoratrice cacciata all’improvviso con un semplice “vatinni a casa” solo per aver avuto a che dire con un capomastro. Un’immagine da fine ottocento, spaccato di un’Italia dove ci sono padroni che viaggiano in jaguar e uomini e donne che per tirare a campare sono costretti ad accettare ogni ricatto. Stavolta, però, la strada non è stata segnata. La donna che aveva paura di rientrare al lavoro e che forse si sarebbe accontentata di recuperare i soldi del sottosalario non è rimasta sola. Prima ha avuto la forza di contattare il sindacato e poi è stata letteralmente travolta da un’ondata di solidarietà, scatenata dalla denuncia del segretario della Cgil ragusana che non aveva esitato a postare la sua indignazione sui social e a raccontare a noi di Rassegna (QUI l’articolo) come funzionavano le cose per gran parte degli imprenditori di Vittoria, patrunazzi li aveva definiti “con un volume d’affari altissimo e milionario” ma privi di strumenti competitivi e competenze, concentrati solo a ritagliare margini di profitto sullo sfruttamento dei lavoratori. 

Lui scrive, denuncia, risponde alle nostre domande ed evidentemente il tam tam arriva fino alle orecchie del padrone.L’uomo chiama Scifo, si giustifica, dice che non si è trattato di un licenziamento ma “di una sospensione di 4/5 giorni” che aveva impartito lui stesso verbalmente. Il sindacalista non demorde: in quel modo è illegittima pure la sospensione. La conversazione – racconta Scifo è dura ma pacata ed educata. Ma soprattutto è una marcia indietro. Alla fine il titolare del magazzino agricolo, uno dei più grandi nel distretto del pomodoro, ci ripensa: la lavoratrice è stata reintegrata già questa mattina.

Un risultato importante – commenta il sindacalista - che segna un punto nella lotta di liberazione dalla schiavitù del bisogno che costringe le persone alla sottomissione, a discapito della propria dignità.” E magari sarà pure una goccia d’acqua nell’oceano, ma è una vittoria a Vittoria, in una delle terre dello sfruttamento, arrivata veloce grazie alla fiducia e alla solidarietà. A una donna che ha avuto il coraggio di contattare il sindacato e a un sindacato che, come sempre, ha provato, collettivamente, a cambiare le cose. “Serve l'impegno e la responsabilità di tutti, anche delle lavoratrici e dei lavoratori ai quali tocca fare la propria parte, essere solidali e uniti. Serve l'impegno e l'aiuto delle istituzioni, spesso assenti soprattutto quando si parla della difesa dei più deboli. Serve infine un’alleanza tra giusti, imprese, sindacati, lavoratori e cittadini. Così possiamo farcela, per noi ma soprattutto per i nostri figli e il futuro del Paese.” conclude Scifo  comunicando la buona notizia e ringraziando tutti quelli che hanno sostenuto questa lotta tanto social quanto reale.