Troia. Semplicemente penosa. Kaka sindacalista. E anche un minaccioso “Tic Tac Tic Tac”, che suona come un meccanismo a orologeria. Non è la prima volta che a Lara Ghiglione, segretaria generale della Cgil di La Spezia, capita di venire investita da una valanga di insulti su Facebook, dove è abbastanza attiva. Era già accaduto in passato e in maniera tanto violenta da far intervenire anche la Cgil nazionale, che aveva pubblicato sulla propria pagina Facebook un messaggio di solidarietà e sostegno. Ma stavolta la misura, se mai per gli insulti ve ne fosse una, è colma. Anche perché quello che è accaduto il 28 e il 29 dicembre aveva più il sapore di un attacco squadrista che di una contestazione politica sopra le righe.

Rassegna Lara, cosa è accaduto?

Ghiglione Si tratta di due post che ho pubblicato il 28 e il 29 dicembre. In uno commentavo ironicamente la conferenza stampa di fine anno del presidente del consiglio Conte, quella con l’inopportuna battuta sui pensionati e l’Avaro di Molière per intenderci, l’altro sulla manovra. Sotto questi post si è scatenato un putiferio di insulti, attacchi personali e grevi, non di critiche politiche, aizzate in particolare da quattro persone. Sembrava proprio che si fossero contattati tra loro per venire sul mio profilo ad aggredirmi. All’inizio ho provato a replicare stando al merito della questione, ma era impossibile, a loro non interessava il merito, ma insultarmi, annientarmi direi.

Rassegna Hai reso noto che questa volta non subirai passivamente e che denuncerai chi ti ha insultata...

Ghiglione Non lo faccio solo per me, ma anche per l’organizzazione, per tutti i compagni che ogni giorno vengono aggrediti con questi metodi squadristi. Questo modo di fare sui social è inaccettabile. Si attacca il sindacato e chi ci lavora, infangando il nostro impegno, la militanza, la nostra storia. Dicono che non lavoriamo, che rubiamo lo stipendio e che abbiamo pensioni d’oro. Diffondono in maniera capillare e con sistemi evidentemente organizzati post integralmente falsi su di noi, sulle nostre retribuzioni e su presunti privilegi. Alimentano l’odio sociale contro il sindacato. Penso che abbiamo il dovere di ricordare cosa significhi fare sindacato ed essere sindacalista e di fermarli usando le vie che il diritto ci riconosce.

Rassegna Non era la prima volta che subivi un attacco, vero?

Ghiglione No, era già successo in passato, in particolare altre due volte. In un caso tutto è partito dal candidato sindaco di CasaPound qui a La Spezia, che in un post su Facebook mi ha “puntato il dito contro” con le solite accuse di comunismo. Le persone che mi hanno aggredita nei giorni scorsi non sono profili falsi e nemmeno miei follwer. Ho la sensazione che da quel post sono “attenzionata”, che seguono le mie esternazioni e poi passano all’attacco. Sono evidentemente in una struttura e si muovono su indicazioni precise. Temo che più ci avvicineremo alla manifestazione contro la manovra, più tutta la Cgil e i profili di iscritti e dirigenti si troveranno investiti da fiumi di insulti e odio.

Rassegna Il tono dell’attacco, le parole usate hanno un chiaro risvolto sessista. Così come accaduto con la Boldrini, come fanno con Susanna Camusso o con altre donne che hanno un ruolo di primo piano.

Ghiglione C’è un atteggiamento intimidatorio, oltre che svalutante, nelle aggressioni. Scrivono cose che a un uomo non scriverebbero mai. Chi usa quelle frasi ha in mente un modello di società che vorrebbe riportare le donne a un ruolo subalterno, tagliando i diritti che abbiamo conquistato in anni di lotte. Un altro punto su cui dovremmo aprire gli occhi alle persone.

Rassegna Hai ricevuto decine di attestati di solidarietà da parte di iscritti, militanti e dirigenti della Cgil da tutta Italia. Cosa pensi si potrebbe fare per sostenere chi è vittima di questi attacchi?

Ghiglione La Cgil sui social dovrebbe ricordare più nettamente cosa fa e chi siamo. Perché, che ci piaccia o no, oggi gran parte dell’opinione pubblica si forma proprio su Facebook, su Twitter, su Youtube. Poi penso che servirebbe predisporre una sorta di “cassetta degli attrezzi”, un modus operandi condiviso tra di noi per reagire, che spieghi anche come e quando è il caso di denunciare o querelare, perché non è così semplice o scontato. Per il lavoro che facciamo abbiamo già mille impegni e grane. Sono sicura che molti prima di me hanno lasciato correre, non si sono rivolti a un legale, anche perché non sapevano come o a chi. Mentre sono convinta che seguire la legge sia la strada giusta per far sì che la smettano di insultarci e diffamarci e per far capire a tutti chi sono.

Una vicenda, questa di Lara Ghiglione, che ripropone il tema di come ci si possa e debba attrezzare per rispondere alla continua delegittimazione e alla violenta aggressione che determinate forze politiche, a cadenza praticamente quotidiana, portano da tempo avanti sui social media nei confronti del sindacato e, in particolare, della Cgil. Non cedere all’imbarbarimento, ma nemmeno subire senza difendersi.

Esmeralda Rizzi è responsabile social media Cgil nazionale