Il colosso dei viaggi britannico, Thomas Cook, ha dichiarato bancarotta, dopo non essere riuscita a mettere in piedi un accordo di salvataggio che riuscisse ad evitarle il fallimento. L'azienda, con alle spalle 178 anni di storia, non è infatti riuscita a a raccogliere gli ulteriori finanziamenti per 200 milioni di sterline, che servivano per evitare il collasso. In un recente comunicato l'azienda ha fatto sapere che, “nonostante i suoi considerevoli sforzi” non si è trovato un accordo tra gli azionisti e gli investitori. "Il board delle compagnia - prosegue la nota - non ha quindi avuto altra scelta che avviare i passi necessari per entrare in bancarotta con effetto immediato."

Tutto ciò porterà alla perdita di un grande numero di posti di lavoro. La società, il cui principale azionista è la cinese Fosun Tourism Group, conta 21 mila impiegati in 16 diversi Paesi, di cui 9 mila solo in Gran Bretagna. Fosun il mese scorso aveva già iniettato 450 milioni di sterline nella società all'interno di un pacchetto di salvataggio di 900 milioni di sterline. In cambio di quell'investimento Fosun aveva acquisito una quota del 75% della divisione operativa di Thomas Cook e un 25% della sua compagnia aerea. "Fosun - si legge in un altro comunicato - è delusa del fatto che Thomas Cook non sia riuscita a trovare una soluzione per la sua ricapitalizzazione con altre entità, i suoi creditori core e gli azionisti senior".

Thomas Cook è nata nel 1841 per trasportare passeggeri coi treni nelle principali città britanniche. Poi si è organizzata per gestire i viaggi all'estero, diventando la prima agenzia dei turisti britannici in Europa nel 1855, negli Usa nel 1866, subito dopo la fine della guerra civile americana e nel resto del mondo 1872.

Un altro effetto del fallimento è quello che i media britannici hanno definito "la maggiore operazione di rimpatrio mai fatta in tempo di pace". Il piano per riportare a casa dall'estero circa 165 mila vacanzieri è noto col nome in codice 'Projetc Matterhorn' ed è guidato dall'autorità per l'aviazione civile. . Ad annunciarlo sono il Foreign Office e il ministro degli esteri di Londra Dominic Raab in due diversi tweet. "E' un momento di forte preoccupazione per il personale e i clienti di Thomas Cook. Il più grande rimpatrio in tempo di pace nella storia del Regno Unito ora riporterà le persone a casa. Lo staff del Foreign Office nel Regno Unito e all'estero lavora ininterrottamente con l'Autorità per l'aviazione civile britannica e il ministero dei Trasporti per recare aiuto. Chiunque sia interessato dovrebbe visitare il sito thomascook.caa.co.uk", ha scritto Raab su Twitter.