PHOTO
Dal 7 ottobre a Gaza più di 16.500 studenti di scuola sono stati uccisi dagli attacchi di Israele, 24 mila i feriti. Almeno 1.200 sono gli studenti universitari caduti, così come 730 lavoratori e lavoratrici della scuola e 222 delle università. Sono questi i numeri da cui non si può prescindere insieme a quell’altro che ci dice come, anche tra chi sopravvive, 625 mila ragazze e ragazzi non hanno più accesso all’istruzione e tutte le 12 università e gli istituti di istruzione superiore sono stati distrutti.
Una situazione terribile che non poteva non coinvolgere il sindacato della scuola. Lunedì 29 settembre dalle 8 alle 10 la Flc Cgil ha organizzato – in continuità con le giornate di mobilitazione nazionale del 6 settembre e del 19 settembre – un’assemblea nazionale online in tutti i luoghi di lavoro della conoscenza rivolta al personale di scuola, università, enti di ricerca, istituzioni Afam, scuole non statali ed enti di formazione professionale.
L’impegno della Flc
Come si legge in una nota l’intento è quello di “proseguire nell’impegno di tenere alta l’attenzione dei settori della conoscenza sulla drammatica escalation del genocidio in corso in Palestina, perpetrato sotto gli occhi di una comunità internazionale troppo spesso assente, e sui gravissimi attacchi nei confronti della Global Sumud Flotilla. Una catastrofe umanitaria e civile che impone di perseguire l’affermazione di una cultura della giustizia, del diritto e della pace”.
Durante l’assemblea sono previsti collegamenti in diretta con gli attivisti della Global Sumud Flotilla e con il sindacato dell’istruzione palestinese. Sarà anche l’occasione per fare il punto su un progetto internazionale di sostegno (“Palestinian Teachers Support. New Female Teachers, Gaza Teachers and Children”) a cui il sindacato della conoscenza della Cgil partecipa insieme al sindacato palestinese a Gupt e ai sindacati internazionali Neu (Regno Unito), Feccoo (Spagna), Stes (Spagna), Fenprof (Portogallo), Sadtu (Sudafrica) e alla confederazione dei sindacati dell'istruzione Education International.
“Il nostro obiettivo – ci spiega Graziamaria Pistorino, della segreteria nazionale della Flc Cgil - è quello di mettere in contatto diretto lavoratori e lavoratrici dei nostri settori con quello che sta accadendo a Gaza e in Cisgiordania. Da qui il titolo dell’iniziativa: ‘Occhi su Gaza’. Sono gli stessi insegnanti palestinesi a chiedercelo. Quando parliamo con i dirigenti del Gupt (il sindacato palestinese degli insegnanti, ndr), ci ripetono sempre questo: ‘dovete parlare di noi, far vedere cosa sta accadendo, alla nostra terra, alle nostre scuole, alle nostre università, perché la cosa più terribile, dopo le bombe, è proprio il timore che nessuno sappia cosa sta avvenendo qui”.
Il sostegno a studenti e insegnanti
Un impegno che non si ferma alla “semplice” conoscenza di quanto di tragico sta accadendo. Come si diceva la Flc, insieme ad altri sindacati e a Education International, è tra i promotori di un progetto di sostegno fattivo a insegnanti e ragazzi e ragazze della Palestina. “L’iniziativa – racconta la sindacalista – ha coinvolto centinaia di docenti e bambini della Cisgiordania e di Gaza con attività di formazione pedagogica e di supporto psicologico per la gestione dei traumi quotidiani. In più c’è stato anche un importante aiuto economico per gli insegnanti. Quello che spesso non si sa è che non ricevono lo stipendio dai tre anni, perché tutte le risorse economiche disponibili devono passare attraverso l’autorità israeliana che le ha bloccate”.
Pistorino tiene a sottolineare che l’impegno della Flc contro la guerra e per la pace non è di queste ultime settimane. Lo scorso aprile il sindacato è stato tra i pochi europei a essere invitato al Cairo alla conferenza organizzata dalla sezione araba di Education International dedicata all’educazione nelle aree di conflitto, e “al nostro ultimo congresso, che abbiamo voluto non a caso chiamare ‘Lezioni di pace’, erano presenti i sindacati ucraini”.
Di questo impegno importante del mondo della scuola è traccia anche l’essere riusciti, nel congresso di Education International che si è svolto a Buenos Aires nell’agosto del 2024, a far approvare una mozione di sostegno verso gli insegnanti della Palestina, con il solo voto contrario di Israele e tre astenuti.
Distruzione sistematica
“Nel mondo della scuola – conclude Pistorino -, in tutte le sedi di incontro e confronto organizzate dalla Flc abbiamo da subito denunciato che in Palestina fosse in atto uno scolasticidio, ben prima che si iniziasse a parlare di genocidio. E vorrei ribadire che anche ‘scolasticidio’, così come ‘genocidio’, non è un termine generico. Esiste infatti una precisa definizione delle Nazioni Uniti. Si tratta di un'azione sistematica di distruzione dei luoghi della conoscenza e della trasmissione della cultura come scuole e università con l’uccisione, anch’essa sistematica, di insegnanti e studenti. Azioni in cui, insomma, non c’è nulla di casuale”.
D’altra parte, si potrebbe chiosare amaramente, se vuoi trasformare Gaza in un immenso resort, a cosa servono le scuole? A cosa serve tramandare un’identità culturale?