Trump non si smentisce mai: anche davanti a quella che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha definito ormai una pandemia non perde l’occasione per fare propaganda a modo suo. Ed è sempre lo stesso modo: borioso, arrogante, populista, impolverato dal nazionalismo conservatore e sporcato da quelle che ormai in molti non esitano a chiamare semplicemente bugie. Non ha grossi dubbi su questo Alexander Stille, giornalista e scrittore: “Ormai ci siamo assuefatti all’abitudine di Trump di prendersi il merito di tutto ciò che è positivo e scaricare la colpa sugli altri per tutto quello che non va.”  Così il professore della Columbia University boccia seccamente il discorso che ha annunciato la chiusura delle “frontiere” all’Europa a partire dalla mezzanotte di ieri (13 marzo). 

Rassegna Il primo discorso a reti unificate della storia della presidenza Trump, uno dei rari pronunciati dallo studio ovale è servito a bollare il Coronavirus come un “virus estero”. 

Stille Infatti. Quel discorso, molto tardivo, è stato un classico esempio dello stile di Trump. Va notato che nella prima frase Trump ha detto: “Vorrei parlarvi della risposta senza precedenti della nostra nazione all’epidemia del Coronavirus”. Cioè non è l’epidemia che è senza precedenti ma è la sua risposta alla crisi a essere senza paragoni. Quindi un vanto e una bugia perché durante i primi mesi dell’epidemia Trump ha minimizzato l’importanza del nuovo virus arrivando a definirlo una bufala e ricordando al pubblico che ogni anno migliaia di persone muoiono a causa della comune influenza. Il presidente Obama aveva creato un ufficio dedicato al contrasto delle epidemie all’interno del Consiglio per la sicurezza nazionale riconoscendo che malattie infettive come Ebola o Coronavirus rappresentano un rischio reale per il paese. Trump ha smantellato quell’ufficio e ha tagliato i fondi per il Cdc (Centers for Disease Control – Centro per il controllo delle malattie ndr) che è stato così colto in contropiede dal Covid-19 e dopo tre mesi non ha neanche un esame pronto per verificare la presenza del virus. Altroché risposta senza precedenti!

Rassegna  Insistiamo: ancora una volta Trump ha dipinto Europa e Cina come sostanziali nemiche apprezzando invece il Regno Unito post-Brexit. Da ieri notte le frontiere resteranno aperte per i britannici ma chiuse per cinesi e gli europei. Non c’è epidemia che tenga, la propaganda populista modella anche la risposta presidenziale al Coronavirus? 

Stille Come dicevo, l’altra mossa abituale di Donald Trump è addossare le colpe agli altri. È vero che limitare il movimento delle persone può aiutare a frenare un po’ la crescita della malattia e per ora ci sono più casi di persone infette in alcuni paesi europei tra cui l’Italia. Ma non è chiaro perché bloccare voli dall’Europa sia più efficace che bloccare quelli domestici dentro gli Stati Uniti. Ed è difficile comprendere la decisione di escludere la Gran Bretagna dal divieto. I più cinici hanno addirittura pensato che abbiano pesato su questa scelta i resort con campi da golf che il presidente possiede nel Regno Unito. 

Rassegna Dallo studio ovale si è detto che l’Unione Europea non ha adottato le stesse precauzioni degli Stati Uniti. Quali sono queste precauzioni allora?

Stille In realtà, sia gli Stati Uniti che l’Europa sono stati lenti a reagire alla gravità della crisi.

Rassegna Poco  fa raccontava delle difficoltà in cui versa il Centro per il controllo delle malattie. In generale ritiene che gli Stati Uniti possano essere pronti ad affrontare l’emergenza?

Stille Chiaramente no. Le maschere usate per proteggersi dal virus sono fabbricate in Cina e quindi per noi sono inaccessibili. A quanto pare ce n’è una quantità disponibile nei magazzini del nostro governo utilizzabile nel caso di un’epidemia virulenta ma la scorta durerebbe solo qualche giorno. Non abbiamo un numero sufficiente di test per controllare le persone a rischio e con il nostro sistema sanitario ci sono decine di milioni di persone che non hanno i mezzi o l’assicurazione per permettersi di sottoporsi a quell’esame.

Rassegna Esiste un fattore C, come Coronavirus, nella campagna elettorale per le prossime presidenziali? 

Stille È molto imprevedibile. Per ora la maggioranza degli americani disapprova il modo in cui Trump ha gestito la crisi. Certamente, l’epidemia mette in evidenza l’inadeguatezza del nostro sistema sanitario e potrebbe portare la sanità al centro del dibattito pubblico. D’altro canto se l’epidemia dovesse apparire sotto controllo nei prossimi mesi, Trump cercherà  sicuramente di prendersene il merito e – chissà -, in quel caso, forse ci riuscirà.