Honduras, GoldCorp: la miniera cannibale
Una miniera d’oro in Honduras compromette la salute dei lavoratori, delle comunità locali, dei bambini e danneggia l’ambiente. È quanto denuncia il Business & Human Rights Resource Centre, un osservatorio indipendente, che ha pubblicato un video su internet (guardalo) per raccontare la storia. Siamo nella Valle Siria, dove la Entremares gestisce a nome della compagnia canadese/statunitense Goldcorp una cava a cielo aperto: la miniera San Martín. L’osservatorio denuncia come, dall’apertura della cava nel 2000, siano aumentati i problemi di salute, anche gravi, di bambini, donne incinta e minatori. Il video mostra piscine d’acqua intrisa di cianuro, sostanza utilizzata nel processo estrattivo, dislocate a stretto contatto con i serbatoi d’acqua potabile che servono la comunità locale. Nel video si parla apertamente di fiumi e acque sotterranee inquinate dal veleno. Le esplosioni scatenate nella cava hanno inoltre danneggiato le abitazioni circostanti. La GoldCorp, inoltre, consuma circa 900 litri d’acqua al minuto, provocando in tutta la valle una siccità che ha compromesso la raccolta del grano ed essiccato i fiumi. Molti pozzi, denuncia sempre il video, sono contaminati con arsenico, piombo, mercurio e cianuro. Molte persone, sia tra i minatori sia nella comunità, hanno contratto gravi malattie ossee, in alcuni casi mortali. E poi dermatiti, affezioni respiratorie, patologie neurologiche. Nella scuola locale, 110 studenti su 300 hanno contratto gravi patologie. Due studi indipendenti hanno dimostrato che nel sangue dei residenti il livello di arsenico e piombo è altissimo, tre volte tanto la soglia minima di pericolo stabilita dall’Oms. Eppure la GoldCorp, ad oggi, non ha fornito alcuna risposta alle denunce del Business & Human Rights Resource Centre.

Brasile. Lo scontro tra polizia civile e militare e i sindacati al centro
Almeno venticinque persone sono rimaste ferite negli scontri tra poliziotti durante la manifestazione del 16 ottobre a San Paolo, in Brasile. Il sindacato della polizia civile ha proclamato uno sciopero per ottenere aggiustamenti salariali. In risposta a un aumento del 6,2% proposto dal governo, i rappresentanti dei lavoratori chiedevano un 15% in più. Per bloccare i circa duemila manifestanti che marciavano verso il palazzo governativo è intervenuta la polizia antisommossa, che ha usato i gas lacrimogeni e i proiettili di gomma. "Ora più che mai, lo sciopero continua", ha dichiarato il presidente del sindacato dei poliziotti, Joao Rebouças. Ne dà notizia il quotidiano Fohla online. “L’intenzione dei poliziotti civili – spiega il giornalista Paulo Toledo – era fare pressione al governo per tornare al tavolo negoziale e, per questo, avevano chiesto di essere ricevuti dal governatore José Serra. La polizia militare è intervenuto per impedire che il corteo – a cui partecipavano circa 2000 persone – si avvicinasse alla sede del governo”. Serra – prosegue il pezzo – si è difeso affermando che la manifestazione avesse motivazioni politico-elettorali e fosse espressione di una minoranza. Chiamati in causa anche la CUT (Central Unica dos Trabalhadores) e la Força Sindical che, secondo il governatore, avrebbero manovrato politicamente la manifestazione. Netta la reazione della CUT che ha subito dichiarato: “Certamente, lo scontro si sarebbe potuto evitare se il governo avesse rispettato la popolazione di San Paolo a cui sarebbe più utile un servizio pubblico efficace.”

Malattie di lavoro, in Europa ogni giorno muoiono mille persone
“27 mila europei muoiono ogni anno per incidenti di lavoro, e se li sommiamo a tutti quelli che muoiono di malattie contratte sul lavoro, arriviamo a una cifra complessiva di 300 mila morti annuali. (...) Quasi mille morti al giorno”. Sono i dati sconcertanti diffusi dal direttore del Centro europeo per l’Ambiente e la salute (collegato all’Oms), Rokho Kim, in un’intervista al quotidiano spagnolo El País. Secondo Kim “la responsabilità principale è delle imprese, che non stanno proteggendo adeguatamente i lavoratori”. Prosegue il funzionario: “A volte (le imprese, ndr) non rispettano le normative su lavoro, a volte si concentrano su altre priorità: quando decidono di tagliare i costi, cominciano dagli investimenti nella salute e sicurezza”. Secondo l’Oms, i paesi europei perdono ogni anno l’equivalente del 4% del Pil, a causa delle morti sul lavoro.

Poveri poverissimi in tutto il mondo
Il divario tra chi guadagna troppo e chi troppo poco è ampio e cresce sempre di più. E’ l’allarme lanciato dal sito dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro che ha pubblicato il 16 ottobre un nuovo rapporto sulle diseguaglianze di reddito.
“Nonostante una forte crescita economica, che ha prodotto milioni di nuovi posti di lavoro dall’inizio degli anni ’90, le disparità sono andate crescendo drammaticamente nella maggior parte delle regioni del mondo e ci si aspetta che continuino ad aumentare a causa dell’attuale crisi finanziaria globale”. E’ questa in sintesi la denuncia dell’International Institute for Labour Studies dell’ILO. Stando allo studio, sono centinaia di milioni le persone che non hanno beneficiato della recente crescita, inoltre il divario tra i più ricchi e più poveri si è ampliato riflettendo l’impatto della globalizzazione finanziaria e una scarsa capacità delle politiche nazionali di potenziare il reddito della classe media e dei gruppi a basso reddito. I dati evidenziano che tra il 1990 e il 2005 il calo più importante dei salari rispetto al pil si è registrato in America Latina e nei Caraibi (-13 per cento). Seguono Asia e Pacifico (-10) e le economie industrializzate (-9). Durante lo stesso periodo, la disparità tra il 10 per cento dei dipendenti più pagati e il 10 per cento di quelli meno pagati è aumentata in sette paesi su dieci tra quelli presi in considerazione dalla ricerca. Anche le distanze tra alti dirigenti e impiegati medi vanno crescendo sempre più rapidamente. Ad esempio, negli Stati Uniti nel 2007, il reddito dei manager delle 15 più importanti imprese era 520 volte superiore a quello degli impiegati medi. Nel 2003, la differenza era di 360 volte. La stessa tendenza è stata registrata in Australia, Germania, a Hong Kong (Cina), nei Paesi Bassi e in Sudafrica.

Il rapporto dell’ILO è lo studio finora più esaustivo in materia che sia stato fatto dall’Istituto ed esamini salari e crescita in oltre 70 paesi sviluppati e in via di sviluppo. La richiesta avanzata dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro è quella di un’azione strutturata di lungo termine che metta l’economia globale su un piano più equilibrato e che riparta dalla promozione del Lavoro Dignitoso. Questa la fotografia dei redditi scattata dall’ILO. Ma proprio in questi giorni, c’è anche chi si mobilita affinché il mondo sia meno povero. Con la campagna internazionale Stand Up Against Poverty possiamo tutti manifestare perché i politici e i leader del mondo si impegnino di più per combattere le disuguaglianze.

Cina. Stretta sulla libertà di stampa
Il quotidiano britannico Times Online lamenta i passi indietro della Cina in merito alla libertà di stampa. Jane Macartney, corrispondente da Pechino, scrive “ La Speranze che i giochi olimpici segnassero l’inizio di un approccio rilassato alla rete internet erano già state deluse quando il “Grande firewall cinese” – che blocca i siti web considerati sovversivi – era stato ripristinato poco dopo che i giornalisti stranieri avevano lasciato il paese.”
Secondo le ultime leggi, entro la metà di dicembre, tutti gli internet caffé nei principali distretti cittadini dovranno istallare delle telecamere per registrare le identità dei navigatori, che devono necessariamente essere al di sopra dei 18 anni.
Le registrazioni verranno poi inserire in un database gestito dalle forze di polizia. Un sondaggio condotto dal quotidiano cinese in lingua inglese People’s Daily ha mostrato che il 72% degli intervistati era contrario a una misura di questo genere, considerandola una limitazione dei diritti. Oggi è anche l’ultimo giorno per un’altra delle concessioni regalate dal periodo olimpico alla libertà di stampa: da domani ai giornalisti stranieri verrà revocato il permesso di viaggiare liberamente in tutto il paese. Il Times Online riporta anche alcuni dati. Secondo il Foreign Correspondents’ Club che riunisce la stampa straniera in Cina, le autorità hanno interferito con i reporter più di 335 volte dall’inizio di quest’anno. John Ray, un giornalista dell’ITN è stato picchiato dalla polizia in Tibet. Zhang Jianhong, ex direttore del sito letterario Aegean Sea, ormai censurato, è stato imprigionato per sei mesi.

America in crisi
Sono difficili le serate delle famiglie americane. Secondo un articolo pubblicato sul NY Times, gli studenti universitari e i loro genitori stentano a trovare soluzioni per pagare le tasse universitarie ora che le loro tasche si sono alleggerite
Diana e Ronnie Jacobs, di Salem, in Indiana, racconta l’articolo, pensavano che la loro famiglia avesse un piano funzionale per pagare il college dei loro gemelli, ricorrendo a risparmi, stipendi e borse di studio. Ma poi lui ha perso il lavoro alla Colgate Palmolive – Sembra davvero difficile dice lei – perché ho due figli all’università e a volte vorrei dire loro di tornare a casa, allo stesso tempo, voglio che abbiano una buona istruzione. Preoccupazioni di questo tipo sono diffuse, anche se le università sostengono che sia troppo presto per prevedere quanti studenti lasceranno gli studi.  La crisi economica ha reso più difficile per gli studenti e per i loro genitori riuscire a ottenere un prestito, anche se le loro necessità sono di fatto aumentate e i loro risparmi diminuiti.