Il rilascio di circa 50 ostaggi israeliani in cambio di una tregua di 3 giorni dei raid di Tel Aviv. E’ quanto avrebbe accettato il linea di massima Hamas, secondo quanto riporta l’agenzia di stampa Reuters, nell’ambito di una trattativa con Israele. Già dagli Stati uniti, implicati nel negoziato, era arrivato un segnale, con il presidente Joe Biden che ieri si è rivolto alle famiglie degli ostaggi sostenendo che l’accordo per la liberazione è vicino. 

Intanto le forze militari israeliane hanno fatto irruzione nell’ospedale di al-Shifa a Gaza City, sospettato di ospitare nei sotterranei la sede di Hamas. La struttura ospedaliera è ormai al collasso, dopo oltre un mese di bombardamenti, privata di corrente elettrica, farmaci e di quanto necessario per la cura di malati e feriti. Solamente stamattina è entrato a Gaza il primo camion di carburante dall’inizio del conflitto.

L’Organizzazione mondiale della sanità dice di avere perso i contatti con il personale sanitario della struttura e di avere una profonda preoccupazione per la loro sicurezza e per quella dei pazienti. Secondo quanto riferito dall’emittente al-Jazeera i soldati delle Forze di difesa israeliano interrogano il personale medico e paramedico e i pazienti, chiedendo a tutti di trasferirsi nel cortile per procedere all'evacuazione e perquisendo le stanze del pronto soccorso, del reparto di chirurgia specializzata e del reparto maternità.

Davanti all’ospedale ci sono stati scontri a fuoco che, secondo le Forze di difesa israeliane, hanno provocato la morte di miliziani di Hamas. Le stesse fonti dichiarano di aver trovato armi e beni di Hamas all'interno dell'ospedale di al-Shifa, senza però trovare segni della presenza degli ostaggi israeliani catturati nell’operazione di Hamas del 7 ottobre.

Proseguono comunque i raid israeliani che in un mese hanno provocato la morte di migliaia di palestinesi. Dall’Unicef, la direttrice esecutiva Catherine Russell, fa sapere che "non c’è' alcun posto sicuro" per il milione di bambini di Gaza” e che "le parti in conflitto stanno commettendo gravi violazioni contro i bambini, come uccisioni, mutilazioni, rapimenti, attacchi a scuole e ospedali e il rifiuto dell'accesso umanitario". Russell ha chiesto "ancora una volta a tutte le parti di garantire che i bambini siano protetti e assistiti, come previsto dal diritto umanitario internazionale", oltre a un "cessate il fuoco umanitario immediato", alla garanzia del rilascio dei bambini rapiti e all’accesso senza ostacoli agli operatori umanitari per fornire servizi essenziali”.

Intanto un’equipe di Medici senza frontiere è entrata nella Striscia di Gaza dall'Egitto, attraverso il valico di Rafah per supportare la risposta medica e chirurgica nella Striscia, dove il sistema sanitario è al collasso e i medici sono completamente esausti.

Msf fa sapere che molti dei loro operatori palestinesi “continuano a lavorare instancabilmente negli ospedali a Gaza, dove persone con ferite orribili e ustioni gravi stanno affollando le strutture sanitarie a causa dei continui bombardamenti”. Tornando a unirsi alle richieste di un cessate il fuoco, l’organizzazione non governativa sottolinea inoltre come “a consegna di aiuti umanitari nel nord della Striscia rimane estremamente difficile e pericolosa a causa dell'insicurezza e dell'imprevedibilità dei bombardamenti, nonché delle operazioni militari a terra”.