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La Cgil nazionale commenta con preoccupazione i dati del nuovo Global Rights Index 2025 pubblicato dalla Csi (la Confederazione sindacale internazionale), dal quale emerge un forte peggioramento delle condizioni dei diritti dei lavoratori a livello globale.
La situazione è particolarmente critica in Europa, che registra il peggior risultato dal 2014, anno di inizio del monitoraggio. Anche l’Italia mostra un netto peggioramento, scendendo al livello 2, indice di violazioni frequenti dei diritti fondamentali sul lavoro. Il rapporto sarà presentato ufficialmente il 10 giugno a Ginevra, durante la Conferenza Internazionale del Lavoro dell’Oil, con la partecipazione dei rappresentanti sindacali dei Paesi più colpiti e dei vertici dell’Ituc.
Per la Cgil “l’Italia è un caso emblematico di deriva autoritaria, risultato diretto delle politiche neoliberiste e autoritarie adottate dal governo guidato da Giorgia Meloni, che ha intrapreso un percorso di sistematica repressione delle libertà sindacali e dei diritti collettivi”.
La Confederazione sottolinea che nel Rapporto, tra le misure più controverse si segnalano: “l’attacco ai sindacati, con una criminalizzazione crescente delle mobilitazioni e una retorica delegittimante verso le organizzazioni sindacali comparativamente più rappresentative; il Decreto sicurezza, adottato bypassando il confronto parlamentare, che limita drasticamente il diritto di manifestare, rendendo sempre più difficile esprimere dissenso sociale in maniera pubblica e pacifica; e la precettazione arbitraria del diritto di sciopero, trasformata da strumento di garanzia in un mezzo di repressione, utilizzato contro lavoratori della sanità, dei trasporti e della scuola”.
“Queste misure – sostiene la Cgil – compromettono gravemente le libertà democratiche e pongono l’Italia in contrasto con le Convenzioni dell’Organizzazione internazionale del lavoro, su cui si basa il ranking dell’Ituc”.
Nella nota si ricorda che “il segretario generale dell’Ituc, Luc Triangle, ha denunciato come questa crisi globale dei diritti del lavoro sia frutto di una deliberata scelta politica, in cui governi autoritari e interessi economici ultra-concentrati hanno smantellato le conquiste del dopoguerra in materia di giustizia sociale e sindacale. L’Italia, una volta considerata tra le democrazie industriali più avanzate, oggi si trova in un gruppo di Paesi segnati da ripetute violazioni, al pari di realtà in crisi democratica strutturale”.
“Di fronte a uno scenario così preoccupante, proprio oggi, giorno in cui festeggiamo la Repubblica, è fondamentale difendere i valori della nostra Costituzione, a partire dallo Stato di diritto. Il miglior modo per farlo – sostiene in conclusione la Cgil – è partecipare al massimo strumento democratico, ovvero il voto. Per questo invitiamo a votare per il referendum l’8 e il 9 giugno. La difesa della democrazia, in Italia e nel mondo, dipende da noi”.