Le nuove regole che – se passasse la legge in discussione – limiterebbero fortemente il diritto di sciopero nei servizi pubblici, “allontanerebbero ancora di più il Regno Unito dalle norme che in materia i paesi europei si sono dati ". È dura la presa di posizione dei segretari generali di nove grandi sindacati europei di Italia, Francia, Spagna e Germania (tra cui ovviamente anche Maurizio Landini per la Cgil) contro il provvedimento in discussione a Londra sul diritto di sciopero. 

“Nelle democrazie europee avanzate il diritto di sciopero – si legge in una nota delle organizzazioni sindacali – è protetto dalle Costituzioni e dalle norme vigenti” e il Regno Unito, “che attualmente ha le più draconiane leggi anti-sindacali” in Europa è già molto distante da questi standard e ancora maggiori restrizioni “rischiano di violare le leggi internazionali e di offuscare ulteriormente la sua reputazione”.

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La legge in discussione è stata pensata dal governo come risposta all’ondata di scioperi che stanno attraversando il paese, come protesta per il sempre maggiore impoverimento dei salari dovuto all’aumento dell’inflazione. Questa settimana hanno scioperato i lavoratori della Border Force (l’agenzia che si occupa dei controlli frontalieri in aeroporti, ferrovie e porti), dei servizi di ambulanza, delle università e gli insegnanti.

La proposta di legge sugli scioperi e i livelli minimi di servizio consente ai ministri di redigere regolamenti in sei settori (sanità, istruzione, vigili del fuoco e soccorso, forze di frontiera, addetti del settore nucleare e dei trasporti) che costringeranno una quota di conducenti di ambulanze, vigili del fuoco, personale ferroviario e molti altri a lavorare durante uno sciopero. I datori di lavoro potranno stilare delle liste nelle quali indicare, con nomi e cognomi, i dipendenti che devono presentarsi al lavoro nonostante una mobilitazione, pena il licenziamento.

Tuttavia, attaccano i sindacati europei, “negoziati e contrattazione di settore sono sempre il modo migliore per risolvere le controversie”, mentre nel sistema delle relazioni industriali del paese, “imporre livelli minimi di servizio finirebbe per aggravare e prolungare le dispute”. Nel Regno Unito, ricordano le sigle, i lavoratori dei servizi di soccorso ed emergenza volontariamente già provvedono ad assicurare il loro intervento quando è a rischio la vita e la salute delle persone e il governo “prima di attaccare il diritto allo sciopero dovrebbe offrire agli addetti dei servizi pubblici aumenti salariali dignitosi e colmare i migliaia di posti di lavoro mancanti in questi settori”.

In difesa dei lavoratori inglesi è scesa in campo anche la Ces, la Confederazione dei sindacati europei. Per Esther Lynch, l’irlandese segretaria generale dell’organizzazione, “l’intento di limitare il diritto di sciopero sarebbe risibile se le sue conseguenze per la democrazia e i lavoratori non fossero così gravi”.