Cessare il fuoco immediatamente tra Russia e Ucraina. Convocare una conferenza internazionale di pace sotto l’egida dell’Onu. Mettere al bando tutte le armi nucleari. Questi i “titoli” della piattaforma che, il prossimo 5 novembre a Roma, riporterà in piazza il movimento per la pace. Sarà una manifestazione nazionale, quella convocata dalla rete Europe For Peace, formata dalle principali reti per la pace in Italia con l’adesione di centinaia di organizzazioni. Le strade della capitale, a partire dalla tarda mattinata di quel sabato, torneranno a riempirsi di slogan e persone contro la guerra. Gli organizzatori daranno maggiori informazioni pratiche nei prossimi giorni.

“La minaccia nucleare incombe sul mondo”, avverte con allarme la piattaforma della manifestazione, ed è “responsabilità e dovere degli Stati e dei popoli fermare questa follia. L’umanità e il pianeta non possono accettare che le contese si risolvano con i conflitti armati. La guerra ha conseguenze globali: è la principale causa delle crisi alimentari mondiali, ancor più disastrose in Africa e Oriente, incide sul caro-vita, sulle fasce sociali più povere e deboli, determina scelte nefaste per il clima e la vita del pianeta. La guerra ingoia tutto e blocca la speranza di un avvenire più equo e sostenibile per le generazioni future”.

La guerra ingoia tutto

È una metafora efficace, questa che raffigura un conflitto capace di divorare vittime e carnefici, il presente e il futuro, e ogni speranza. Ma non è ovviamente lo schermo per una neutralità di giudizio. Il movimento pacifista italiano al riguardo è netto: “Condanniamo l'aggressore, rispettiamo la resistenza ucraina, ci impegniamo ad aiutare, sostenere, soccorrere il popolo ucraino, siamo a fianco delle vittime. Siamo con chi rifiuta la logica della guerra e sceglie la nonviolenza”.

L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia è dunque giudicata “inaccettabile”, ed è la causa che “ha riportato nel cuore dell’Europa una guerra che si avvia a diventare un conflitto globale tra blocchi militari con drammatiche conseguenze per la vita e il futuro dei popoli ucraino, russo e dell’Europa intera. Siamo vicini e solidali con la popolazione colpita, con i profughi, con i rifugiati costretti a fuggire, ad abbandonare le proprie case, il proprio lavoro, vittime di bombardamenti, violenze, discriminazioni, stupri, torture”.

Fermare le armi

Per interrompere la guerra, “l’Italia, l’Unione Europea e gli Stati membri, le Nazioni Unite devono assumersi la responsabilità del negoziato” che fermi “l’escalation” e raggiunga “l’immediato cessate il fuoco”, si legge sempre nel documento di Europe For Peace: “È urgente lavorare ad una soluzione politica del conflitto, mettendo in campo tutte le risorse e i mezzi della diplomazia al fine di far prevalere il rispetto del diritto internazionale, portando al tavolo del negoziato i rappresentanti dei governi di Kiev e di Mosca, assieme a tutti gli attori necessari per trovare una pace giusta”.

Le organizzazioni pacifiste rilanciano le parole di Papa Francesco: “Tacciano le armi e si cerchino le condizioni per avviare negoziati capaci di condurre a soluzioni non imposte con la forza, ma concordate, giuste e stabili”.

Il ruolo dell’Onu e dell’Italia

Per questo l'Onu dovrebbe recuperare un protagonismo: “Chiediamo al Segretario generale delle Nazioni Unite di convocare urgentemente una Conferenza internazionale per la pace, per ristabilire il rispetto del diritto internazionale, per garantire la sicurezza reciproca e impegnare tutti gli Stati ad eliminare le armi nucleari, ridurre la spesa militare in favore di investimenti per combattere le povertà e di finanziamenti per l’economia disarmata, per la transizione ecologica, per il lavoro dignitoso”.

“Non esiste guerra giusta, solo la pace è giusta – aggiungono le organizzazioni pacifiste –. La guerra la fanno gli eserciti, la pace la fanno i popoli”. Il movimento chiede che l’Italia e le sue istituzioni, nel rispetto della Costituzione, “assumano questa agenda di pace e si adoperino in ogni sede europea ed internazionale per la sua piena affermazione”.

Già in piazza il 21, 22 e 23 ottobre

Prima del 5 novembre, Europe For Peace riempirà molte piazze italiane in una “mobilitazione diffusa” nell’arco di tre giorni, dal 21 al 23 ottobre. “Un nuovo passo comune che avviene dopo l’importante mobilitazione dello scorso 23 luglio (con 60 città coinvolte) e l’invio di una lettera a Guterres in occasione della Giornata della Pace per un sostegno ad azioni multilaterali, le uniche capaci di ‘portare una vera democrazia globale, a partire dalla volontà di pace della maggioranza delle comunità e dei popoli’. E dopo la quarta Carovana ‘Stop The War Now’ recentemente rientrata dal Kiev dove ha portato il sostegno della società civile italiana ad associazioni ed obiettori di coscienza ucraini, oltre che nuovi aiuti umanitari”.