La testimonianza di Franco Mella, padre missionario e attivista per i diritti umani, da Hong Kong, dove i giovani si mobilitano in piazza contro la legge sulla sicurezza nazionale imposta lo scorso primo luglio da Pechino allo scopo di reprimere tentativi di secessione, eversione e ingerenze straniere nel "Porto Profumato". Una legge che, tra le tante norme, arriva a disposizioni fino a tre anni di carcere per chi oltraggia o insulta l'inno nazionale cinese.

Già prima dell'approvazione del provvedimento gli abitanti dell'ex colonia britannica, centro di commercio e di traffici internazionali, hanno dato vita a manifestazioni di protesta sfociate poi in scontri con la polizia, in incidenti, in centinaia di arresti (l'ultimo in ordine di tempo ha visto finire in manette una quindicenne).

Sono soprattutto i giovani a pagare il prezzo della repressione di Pechino, che sfrutta il momento critico attraversato da Gran Bretagna e Stati Uniti. I punti critici della situazione a Hong Kong sono moltiplicati dal rischio di violazioni dei diritti umani, come si legge nell'ultimo rapporto di Amnesty International: "Ora il pericolo è questa legge sulla sicurezza nazionale che incombe come un macigno sul futuro di Hong Kong".