Quella presentata dal governo Draghi e ora all’esame del Parlamento, troppo rapido e più formale che sostanziale visti i tempi, è una legge di bilancio sulla stessa scia di quelle degli anni passati. Dopo due anni di pandemia che hanno squadernato quando l’aver ridotto il perimetro del pubblico sia stato e continui ad essere un problema non solo per affrontare l’emergenza sanitaria, ma anche per la ricostruzione e il rilancio del Paese, ci si aspettava che la legge di bilancio partisse da qui. Ed invece, la prima critica che le organizzazioni che animano la Campagna Sbilanciamoci è che la manovra non ha un’idea di Paese.

Scrivono gli estensori della Controfinanziaria: “Ci aspettavamo una linea coerente della legge di bilancio verso la necessità e l’obiettivo del perseguimento di un modello di sviluppo orientato all’equità sociale, alla sostenibilità, alla riduzione delle diseguaglianze. Le misure previste nel testo sono – a dire il vero, come negli scorsi anni – eterogenee e parziali e la legge sembra più un contenitore di esigenze diverse che una guida verso la comprensione delle scelte di bilancio nel prossimo anno”.

Ma un’altra finanziaria è possibile e Sbilanciamoci l’ha messa nero su bianco, sono 105 proposte per un valore complessivo di quasi 32 miliardi. L’obiettivo è netto e chiaro: imprimere un cambio di passo all’economia e alla spesa pubblica del Paese “Dal fisco alla finanza e agli en locali, dalle politiche industriali al lavoro e al reddito, dall’istruzione e la cultura all’ambiente, dal welfare all’altra economia, passando per la pace e la cooperazione internazionale: proposte concrete, puntuali e praticabili da subito grazie alle quali superare la drammatica crisi legata alla pandemia e voltare pagina, per un’Italia in salute, giusta, sostenibile”.

Proprio in queste ore, una delle ragioni maggiore di disaccordo tra organizzazioni sindacali e governo è come impiegare gli insufficienti 8 miliardi destinati alla riduzione delle tasse. Ebbene per Sbilanciamoci, la proposta centrale è: “Una rimodulazione delle aliquote Irpef con la riduzione di un punto percentuale dell’aliquota sul I scaglione di reddito (fino a 15.000 euro) dal 23 al 22%, e sul II scaglione (dai 15.001 ai 28.000 euro) dal 27% al 26%; l’aumento dell’aliquota sul IV scaglione (dai 50.001 ai 75.000 euro) dal 41% al 44%, e dell’aliquota sul V scaglione (oltre i 75.000 euro) dal 43% al 47,5%; l’introduzione di un VI scaglione (tra i 100.000 e i 300.000 euro) con un’aliquota al 55%; e infine, l’introduzione di un VII scaglione oltre i 300.000 euro di reddito con un'aliquota al 60%.

Inoltre, quasi 750 milioni potrebbero essere recupera con una maggiore imposizione sugli investimenti pubblicitari, una tassazione dei profitti del settore dei beni di lusso e l’introduzione di misure penalizzanti per il rilascio del porto d’armi. Per un serio contrasto a evasione ed elusione fiscale chiediamo infine un piano straordinario di accertamento e riscossione, oltre al rafforzamento dell’attuale Web Tax”.

Per quanto riguarda il lavoro e il reddito, ciò che manca sia nella finanziaria del governo che nel Pnrr è una vera politica industriale per questo Sbilanciamoci propone: “un Fondo per la riconversione ecologica del sistema produttivo che - insieme ad un ambizioso "Piano per la transizione ecologica" - integri i fondi del Pnrr, coordini le risorse già stanziate e assicuri un flusso di investimenti pubblici e privati duraturo in quest’area, in linea con gli obiettivi del Green Deal Europeo. A questo andrà associato anche un piano di incentivi per la formazione e la riqualificazione dei lavoratori”.

C’è poi nella Controfinanziaria, rilevante, il capitolo istruzione. In molte città italiane gli studenti e le studentesse stanno occupando le proprie scuole rivendicando la necessità che la scuola diventi una priorità, così non è nella manovra. Tra le 105 proposte questo capitolo è assi rilevante: “Oltre 8,6 miliardi per cultura, istruzione e ricerca pubbliche: a tanto ammonta il piano di investimenti che proponiamo. In particolare, oltre 2,7 miliardi sono destina alla scuola per la promozione del diritto allo studio, per interventi strutturali di edilizia scolastica. Chiediamo poi di assegnare 3,5 miliardi all’università per sostenere gli affitti degli studenti fuorisede e varare stanziamenti sulle residenze universitarie, per assicurare il superamento dell’accesso programmato ai corsi di laurea degli atenei e per integrare in modo sostanziale il Fondo di finanziamento ordinario e il Fondo per le esigenze emergenziali".

Importanti risorse vengono destinate per quella che viene considerata la vera emergenza, l’ambiente con la proposta di un programma capillare di piccole e medie opere pubbliche per la cura e la messa in sicurezza del territorio. Ovviamente grande impulso, se queste proposte divenissero norma, verrebbe data all’istallazione di impianti fotovoltaici e alla progressiva cancellazione dei Sussidi ambientalmente dannosi.

Capitolo corposo quello che riguarda il welfare che comincia con la previsione di un piano di assunzione di 20mila tra assistenti sociali e domiciliari, educatori e psicologi per rafforzare i servizi sociali. E poi politiche per i disabili e gli anziani con un Fondo nazionale per la non autosufficienza e la creazione di un Fondo per la vita indipendente.

Sul fronte immigrazione propongono risorse per la creazione di un sistema di accoglienza unico, diffuso sul territorio e gestito dai comuni. E una politica dell’abitare che prevede misure urgenti per il passaggio da casa a casa, l’incremento del fondo per la morosità incolpevole e del Fondo sociale per gli affitti. Si prevede, inoltre, l’introduzione di una tassazione sugli immobili sfitti, il contrasto al canone in nero e l’eliminazione della cedolare secca sul libero mercato.

Queste sono solo alcune delle proposte contenute nella Controfinanziaria. Se una riflessione vien da fare è che scrivere un’altra manovra di bilancio è possibile, basta davvero decidere quali siano le priorità. Se le priorità sono rilanciare il Paese riducendo le diseguaglianze e ripartendo da equità e sostenibilità sociale e ambientale, quella che il Parlamento sta esaminando va – almeno – corretta. Ci sono ben 105 idee su come farlo.