La legge n. 134 del 27 settembre 2021 dava al Governo la delega per riformare la giustizia al fine di perseguire “l'efficienza del processo penale, nonché in materia di giustizia riparativa e disposizioni per la celere definizione dei procedimenti giudiziari”. La riforma è stata attuata con il decreto legislativo 10 ottobre 2022, n. 150, la cosiddetta legge Cartabia. Questa riforma secondo l'Inca, il patronato della Cgil, rischia, nel nome dell'efficientamento e della rapidità dei giudizi, di comprimere i diritti previdenziali e socioassistenziali che sono uno dei focus dell'attività dell'Istituto. Su questo aspetto si è concentrato il seminario organizzato dall'Inca, che si è svolto il 22 novembre presso la sede nazionale della Cgil e alla quale hanno partecipato gli esperti di diritto e i componenti il collegio legale del Patronato della Cgil. Durante la discussione si è provato a declinare, nei diversi aspetti seguiti dal patronato, gli effetti dispiegati dalla riforma.

Un appuntamento importante, ha spiegato Michele Pagliaro, presidente di Inca, intervistato a margine dall’Adnkronos, sottolineando come "l’attività di contenzioso rappresenti un’altra leva da agire per estendere la tutela individuale e per rendere esigibili i diritti previdenziali e socioassistenziali delle cittadine dei cittadini, italiani e stranieri. Con questa iniziativa abbiamo provato a valutare tutta una serie di scenari che con le nuove norme introdotte dalla riforma Cartabia hanno cambiato l'ambito del processo. Una modalità per fare in modo che la tutela individuale possa aprire nuove frontiere. Viviamo in un Paese dove una straordinaria Costituzione sancisce principi fondamentali che a volte le norme provano a stravolgere. Recentemente a volte c'è anche una interpretazione da parte dei giudici molto restrittiva improntata non tanto sul mero diritto ma forse anche sul risparmio economico".

“La riforma del processo civile attuata con il dlgs n. 149/2022 – ha spiegato Francesco Baldassari, responsabile del dipartimento Legale di Inca Cgil, cui sono state affidate le conclusioni del seminario e che è stato ripreso dal sito del patronato - si propone di realizzare il principio già enunciato dall’art. 1 della Legge delega che conferisce mandato al governo di adottare i provvedimenti necessari a raggiungere 'obiettivi di semplificazione, speditezza e razionalizzazione del processo civile', obiettivi che, se pure apprezzabili in via teorica, vengono perseguiti in primo luogo attraverso strumenti alternativi al processo con scopo evidentemente deflattivo del contenzioso. Sotto questo profilo la riforma Cartabia – ha osservato Baldassari - rappresenta un esempio paradigmatico: per risolvere l’annoso problema dei tempi della giustizia si rischia di contrarre la tutela dei diritti fatti valere in giudizio".