Questa mattina al Viminale il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, ha ricevuto i segretari dei sindacati che avevano sollecitato un incontro per avere chiarimenti e spiegazioni dopo le cariche violente della polizia contro gli studenti in alcune manifestazioni contro la guerra, in particolare a Pisa, Firenze e Catania. Venerdì, 23 febbraio, gli studenti, molti anche minorenni, sono finiti sotto i manganelli delle forze dell’ordine. Foto e video testimoniano la violenza degli interventi, facce insanguinate, ragazzi a terra, ricoveri, un modo di procedere che ha suscitato lo sdegno della società civile, espresso in alcune manifestazioni già nella serata di quel giorno e proseguito ieri sera a Roma, dove una folla pacifica si è data appuntamento davanti alla sede del ministero dell’Interno.

“La libertà di manifestare deve essere un diritto garantito da tutti – ha detto Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, uscendo dall’incontro –. Soprattutto quando si manifesta pacificamente e per difendere le proprie idee. Questo significa costruire una collaborazione tra manifestanti e forze di polizia. Anche i poliziotti sono lavoratori e in piazza eseguono ordini. Importante quindi che gli ordini siano di permettere l’esercizio di questi diritti e di ascoltare le persone. E siccome di manifestazioni ce ne saranno molte altre da fare, perché la guerra non è finita, la precarietà è molto diffusa, le persone non arrivano alla fine del mese e c’è una situazione sociale molto complicata, non solo gli studenti, ma anche noi come organizzazioni sindacali pensiamo di scendere in piazza per cambiare questa situazione”.

"Il diritto a manifestare – ha detto il segretario della Cgil – lo si difende anche praticandolo e allo stesso tempo chiedendo di essere ascoltati dal governo e da chi ha responsabilità. Il ministro ci ha detto che gli episodi di quella natura sono limitatissimi. Io dico per fortuna, ma in questo caso non è grave quante persone siano coinvolte o quante volte accada, piuttosto è grave che sia successo e che possa mettere in discussione sia il rapporto positivo che le forze dell’ordine debbono avere con noi cittadini sia il fatto che non sia possibile manifestare liberamente per esprimere il nostro parere”.