Premesso che sbagliamo tutti, e più volte in questi anni di insegnamento ho dovuto fare mea culpa e correggere alcune affermazioni o delle date inesatte, chi è titolare del dicastero della Cultura dovrebbe fare ancor più attenzione a certi scivoloni, soprattutto se sono errori reiterati nel giro di breve tempo.

Partito già male poco dopo l’incarico, con la dichiarazione di autoimporsi di leggere “almeno un libro al mese”, nel luglio scorso abbiamo registrato la clamorosa gaffe in diretta televisiva durante la premiazione dello Strega 2023, quando Gennaro Sangiuliano dichiarò candidamente di non aver letto i libri che stava per votare, davanti allo sguardo esterrefatto di Geppi Cucciari e di chi stava seguendo l’evento. Passato l’anno con qualche affanno, dopo alcune dichiarazioni para-ideologiche su cui soprassediamo per amor di patria, nell’aprile scorso è arrivata la collocazione di Times Square a Londra, subito giustificata come lapsus, per la serie quando la toppa è peggio del buco. Ora si aggiungono Cristoforo Colombo e Galileo Galilei, che hanno fatto il giro del mondo non in 80 giorni (se il ministro vuole utilizzarlo per la sua rubrica social “Il libro del giorno” avvertiamo esser scritto da Jules Verne nel 1872) ma in 24 ore, suscitando ilarità condivisa, e un certo discredito nei confronti del Paese Italia.

Ma al di là della polemica cultural-politica, e in barba alla disputa sulla pretesa egemonia culturale che assume di giorno in giorno i contorni del ridicolo, da insegnante questa nuova infelice uscita di Sangiuliano crea altri tipi di pensieri, e di problemi. Perché secondo i miei criteri di valutazione, se durante l’interrogazione di Geografia uno studente mi dice che Times Square si trova a Londra, il giudizio finale si abbassa almeno di un voto; e se nella verifica di storia una studentessa mi scrive che “Colombo voleva circumnavigare la Terra sulla base delle teorie di Galileo”, il giudizio finale si abbassa almeno di un voto.

Detto per inciso che sostituirei la centralità del giudizio numerico con altri tipi di valutazione, dal prossimo settembre, alla ripresa della scuola, ogni qualvolta sarò costretto ad abbassare il voto a uno studente o studentessa per imprecisioni simili so già di sentirmi in grande difficoltà, speriamo non aumentata da eventuali rivendicazioni degli studenti stessi per il diritto alla rivalutazione dell’interrogazione e della verifica, confidando per una volta nel loro sconfinato disinteresse verso notizie che riempiono contenitori che non appartengono alla loro generazione, alla loro vita.

Da buon partenopeo, figlio di quella Napoli che sarà per sempre capitale nella storia della cultura di tutto il globo terracqueo, il ministro Sangliuliano comprenderà bene forma e contenuto mutuati nel titolo, recuperando la secolare espressione rivolta a San Gennaro dal popolo napoletano. In questo caso, per non rischiare ancora una volta una toppa peggiore del buco, forzando traduzione e tradizione l’invito è di farci la grazia di mettersi da parte, con discrezione, senza troppi annunci, senza tanto clamore.

Potrebbe essere una ragionevole e dignitosa via d’uscita.