Uniti contro l’attacco al diritto di sciopero. È l’esortazione del regista Ken Loach dal palazzo occupato di Spin Time a Roma, dove ha portato spontaneamente la sua vicinanza agli abitanti minacciati dello sgombero, nel corso del giro di presentazione del suo ultimo film, The old oak

Dai suoi 87 anni, dal suo essere figlio di operai e artista da sempre impegnato nel raccontare le difficoltà della vita della working class e le disuguaglianze, Loach ha toccato tutti i temi del momento che, inoltre, attraversano la sua pellicola: dal lavoro povero all’emergenza abitativa e a quella climatica, dalle guerre in corso alla criminalizzazione della povertà, senza tralasciare le politiche migratorie fallimentari dell’Europa e l’attacco al diritto di sciopero, proprio alla luce di quanto avvenuto in questi giorni in Italia, ma anche della situazione in Gran Bretagna.

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Davanti a una platea assai varia per generazioni, etnie e fasce sociali, Loach ha evidenziato come un governo che vieta lo sciopero lo fa solamente come prova di forza. Da qui la necessità di procedere tutti insieme compatti con un’idea di speranza che non è “incrociare le dita ed esprimere un desiderio”, perché invece è necessario “percepire la nostra forza per sentire fiducia e avviare il percorso verso il cambiamento”.

In caso contrario, ha avvisato il regista, subentrano disperazione e sfiducia: “Quindi siamo deboli e aspettiamo che l’uomo forte arrivi e risolva”. Spontanea l’ovazione dell’intero uditorio, il cui pensiero è andato senza dubbio alla nostra attuale presidente del Consiglio e ad altri suoi colleghi del nostro passato.  

“Continuate a portar avanti la lotta, assicuratevi che la vostra generazione riesca ad avere successo dove la mia ha fallito”, ha concluso Ken Loach tra la commozione generale.