PHOTO
Il deposito del fascicolo di oltre duemila pagine contenente le motivazioni della Sentenza del Tribunale di Vicenza del 26 giugno scorso, con la quale la Corte d’Assise ha condannato 11 dei 15 imputati della ex Miteni di Trissino e delle multinazionali proprietarie Mitsubishi e Icig a complessivi 141 anni di carcere e a risarcire le Parti Civili costituitesi, accusati di svariati reati ambientali e fallimentari, pone termine a un procedimento penale protrattosi per oltre quattro anni. “La Cgil del Veneto – ha detto Silvana Fanelli, segretaria della Cgil regionale con delega sul tema – ritiene la sentenza di condanna ‘una pietra miliare nella lotta per la difesa dell’ambiente e della salute della popolazione, beni comuni essenziali che sempre più devono essere rispettati e preservati se vogliamo garantire un futuro al pianeta e all’umanità’”.
Per difendere una sentenza che ha stabilito che gli imputati erano a conoscenza dell’inquinamento in atto e non si sono adoperati per fermarlo, la Cgil del Veneto è pronta fin da subito “a essere presente come parte civile anche in appello, nel caso fosse necessario”, conclude Fanelli.
“La Cgil ancora una volta afferma che vanno accertate le responsabilità penali dei vertici aziendali anche in ordine ai danni alla salute subiti dagli ex lavoratori Miteni, che sono stati esposti senza alcuna protezione alle sostanze Pfas e che ancora oggi hanno nel sangue valori altissimi di sostanze dichiarate tossiche per la salute umana e alcune anche cancerogene, come il Pfoa. Ed è necessario che l’Inail, dopo aver riconosciuto la malattia professionale a una parte dei lavoratori che ne hanno fatta domanda, disponga il riconoscimento anche di quelli che ancora attendono”, aggiunge Giampaolo Zanni della Cgil del Veneto, che si è occupato della vicenda fin dall’inizio.
























