Tornano in piazza in Italia i ragazzi e le ragazze di Fridays For Future, tornano in piazza per resistere. Da Bologna a Palermo, i giovani sfilano oggi, 6 ottobre, per la “Resistenza climatica”, la nuova fase internazionale del movimento inaugurata il 15 settembre con la giornata di azione globale per il clima, per ribadire e ricordare alle istituzioni che non vogliono sentirlo, che non c’è più tempo. Per il clima devono essere fatte scelte concrete.

“La fase che stiamo attraversando in Italia è critica. Al governo c’è una premier di destra, questo ha delle ripercussioni sia sul piano sociale che sul piano climatico. A questo punto dalla società civile deve arrivare una mobilitazione sempre più forte che si concretizza in una vera e propria resistenza”. Alessandro Marconi, portavoce di Fridays For Future, sottolinea la specificità del momento storico che come Paese stiamo vivendo.

Negli ultimi mesi in Italia si sono susseguite catastrofi climatiche; anche per la più grave, l’alluvione in Emilia Romagna, le risposte del governo sono state insufficienti e di stampo negazionista. Se prima infatti gli esponenti politici si limitavano a titubare di fronte alle rivendicazioni dei movimenti per il clima, adesso “il governo ha esplicitamente intrapreso politiche che vanno nella direzione opposta rispetto a quella della transizione ecologica”.

Ma per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione fissati dall’Unione europea l’Italia dovrà ridurre le sue emissioni di gas climalteranti dell’80 per cento entro il 2030. Questo, secondo l’Agenzia Internazionale per l’Energia, significa rinunciare a ogni nuovo investimento in carbone, petrolio e gas.

Le richieste degli attivisti di Fridays For Future al governo di Giorgia Meloni, elencate dal portavoce Marzio Chirico, vanno proprio in questa direzione: “presa di posizione contro le industrie fossili, interruzione del Piano Mattei per l’Africa e trasparenza sui fondi del Pnrr destinati alla salvaguardia ambientale e del territorio”. Sono i dati a rendere l’urgenza di queste rivendicazioni. Proprio ieri il servizio per il Cambiamento climatico di Copernicus, sistema satellitare di osservazione finanziato dall’Unione europea, ha reso pubblico uno studio da cui emerge che il mese di settembre appena trascorso è stato il più caldo tra quelli registrati, con temperature superiori di quasi un grado rispetto alla media.

Alla mobilitazione di oggi parteciperanno anche alcuni rappresentanti di categorie lavorative, a manifestare una vicinanza sempre più marcata tra l’attivismo per il clima e il mondo del lavoro che si è concretizzata anche nella presenza del gruppo di Fridays For Future Bologna al presidio dei lavoratori della Marelli.

Per i giovani e le giovani del Fridays For Future “la vicinanza dei lavoratori ha un valore enorme, perché contro una retorica che vuole le necessità del rinnovamento energetico opposte agli interessi dei lavoratori, vogliamo ribadire che ambiente e lavoro vanno di pari passo”. 

Cgil Roma e Lazio: pieno sostegno

Da parte sua, anche la Cgil di Roma e Lazio esprime pieno sostegno alla protesta. "Domani le ragazze e i ragazzi di Fridays for Future saranno nuovamente in piazza a Roma, con un corteo che partirà da piazza della Repubblica alle ore 9.30 - spiega il sindacarto -. Una mobilitazione che sosteniamo perché abbiamo la necessità un radicale e urgente cambiamento di sistema che sposti l’obiettivo, dalla ricerca di profitti e rendite finanziari per pochi, verso il lavoro, i diritti, la pace, l'ambiente, la giustizia sociale". 

"Nonostante il negazionismo che ancora permea una parte importante della classe dirigente del Paese, stiamo parlando di temi molto concreti e vicini a noi - continua la nota -. Proprio oggi Legambiente Lazio ha confermato che Roma, con l’aumento degli eventi climatici estremi, è diventata la capitale per rischio allagamenti ed alluvioni, una situazione su cui l’amministrazione comunale sarebbe in grado di fare la sua parte intervenendo sulle politiche urbanistiche e sulla rigenerazione urbana. La lotta a difesa del clima, per una giusta transizione ecologica e sostenibile, per il superamento dell’uso delle fonti fossili, per la manutenzione del territorio e il contrasto al dissesto idrogeologico fanno parte delle nostre priorità ed anche delle ragioni della manifestazione nazionale del 7 ottobre - conclude -, a cui tante realtà ambientaliste hanno aderito".