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I portuali italiani saranno per tutta la giornata al fianco dei loro colleghi degli Stati Uniti in occasione della più antica commemorazione a livello nazionale della fine della schiavitù negli Usa, proclamata in Texas nel 1865, esattamente 155 anni fa. Il termine Juneteenth era stato coniato qualche anno dopo, agli inizi del Novecento, dalla contrazione dei termini june (giugno) e nineteenth (diciannovesimo).
Iniziative sono state programmate negli scali italiani dai sindacati confederali di settore, supportati dalla Federazione europea (ETF) e da quella internazionale dei lavoratori dei trasporti (ITF), che in concomitanza con la chiusura dei porti della costa occidentale e orientale decretata in solidarietà con George Floyd e le innumerevoli altre vittime della brutalità della polizia e dell'ingiustizia razziale, promuoveranno azioni per chiedere di porre fine all'oppressione del razzismo.
In un comunicato congiunto, Filt, Fit e Uiltrasporti hanno dichiarato: "Siamo solidali con i nostri colleghi negli Stati Uniti e chiediamo la fine dell'ingiustizia razziale a cui assistiamo negli Usa e nel resto del mondo. I sindacati hanno una lunga storia di lotta, hanno sempre combattuto per le questioni di giustizia sociale, e continueremo ad essere uniti contro ogni forma di odio e ingiustizia, non solo nei porti ma in ogni città e in ogni regione".