Con un documento di tre pagine inviato il 16 marzo al Prefetto di Viterbo dalle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative del personale di polizia penitenziaria in servizio al carcere viterbese 'Mammagialla' è stata annunciata per oggi (venerdì 19 marzo) una iniziativa di protesta pubblica in piazza del Plebiscito". A riferirlo in una nota è il responsabile nazionale della Fp Cgil comparto sicurezza, Francesco Quinti.

"Una manifestazione necessaria
- prosegue Quinti - per informare la cittadinanza della gravissima condizione che attanaglia, nel silenzio assordante delle istituzioni, l’istituto penitenziario di Viterbo, pregiudicandone la sicurezza e obbligando i pochi poliziotti rimasti in servizio a rinunciare all’esigibilità dei propri diritti contrattuali, a sostenere turni di lavoro sfiancanti in più posti di servizio ben oltre il proprio orario di lavoro, peraltro in una condizione di assoluta insicurezza anche per la propria incolumità personale, intra e extra muraria, come dimostrano gli episodi di aggressione e umiliazione a cui vengono sovente sottoposti. Denunciamo per l'ennesima volta - sottolinea il dirigente sindacale - la condizione lavorativa insostenibile vissuta in un istituto sovraffollato che ospita 700 persone (più del doppio dei detenuti che potrebbe contenere) con una carenza di personale di polizia penitenziaria che ha ormai da tempo superato le 220 unità, ovvero più della metà di quelli previsti in organico dallo stesso dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, spettatore pericolosamente inerte".

"Il governo, il ministro della Giustizia e il capo del Dap, nonché commissario straordinario per l’edilizia penitenziaria - aggiunge Quinti -, hanno di recente annunciato la dichiarazione di stato di emergenza nazionale e il contestuale avvio del famoso piano carceri, garantendo inoltre l’assunzione di 2mila nuovi agenti di polizia penitenziaria. Ad oggi, però, non si ha notizia del decreto sullo stato di emergenza, dell’avvio del piano carceri e, soprattutto, dei 2mila nuovi agenti per i quali, come avevamo già avuto modo di denunciare nei mesi scorsi, in assenza di un preciso atto di natura legislativa che consenta di reperire le risorse economiche necessarie, allo stato attuale non è possibile bandire alcun concorso. L’avevamo detto - conclude -: l’ennesimo annuncio a cui non seguono fatti concreti, una consuetudine divenuta regola, che mal si concilia con il tanto sbandierato 'governo del fare'".