Parma - Torna ad aumentare la tensione tra i lavoratori e la Fondazione Don Gnocchi. La Cgil di Parma contesta "la decisione della direzione di applicare in modo unilaterale ed incongruente il contratto Aris delle strutture sociosanitarie a tutti i propri dipendenti - si legge in una nota del sindacato -, anche a quelli di Parma che operano in una struttura a vocazione prettamente sanitaria".

"Nonostante la disponibilità dimostrata dalle organizzazioni sindacali nazionali - spiega la Cgil - nel proseguire il confronto per arrivare ad un accordo finalizzato al rientro da parte di Fondazione dalle scelte unilaterali operate a partire dal 5 ottobre 2015, la Fondazione non ha dato ad oggi alcun riscontro, dimostrando, nei fatti e nei comportamenti, di non voler proseguire la trattativa e di perseverare con incongrue applicazioni contrattuali".

A Parma si sono svolte le assemblee dei lavoratori "che chiedono con forza il rispetto del proprio contratto di lavoro e soprattutto di vedere riconosciuta la propria professionalità e specializzazione nell’attività sanitaria. I lavoratori attiveranno, insieme alle organizzazioni sindacali di categoria, tutti gli strumenti di mobilitazione e intendono sensibilizzare anche la Regione Emilia Romagna che eroga, per le prestazioni effettuate in convenzione, gli importi previsti per le attività sanitarie".

Si riapre così un percorso vertenziale anche individuale "molto pesante - giudica la Cgil -, poiché la Fondazione non ha correttamente retribuito le ore aggiuntive richieste ai lavoratori nel corso del 2016 e ha modificato unilateralmente il trattamento dei part time, diminuendo loro le retribuzioni. Nella struttura di Parma inoltre la Fondazione ha assunto il nuovo personale con il contratto Aris, creando di fatto un doppio regime tra lavoratori per le stesse mansioni".

"Riparte da qui la lotta delle lavoratrici e dei lavoratori per la difesa del contratto e di condizioni di lavoro rispettose dell'attività svolta", conclude la Cgil di Parma.