Questa mattina i 104 lavoratori di Palomar, azienda controllata dal gruppo Mantovani, hanno inscenato un presidio davanti allo sky line del Mose a Cavallino, in provincia di Venezia, dove si sta costruendo uno dei tre sbarramenti di dighe mobili del Mose, il sistema che dovrebbe salvaguardare dalle acque alte la laguna di Venezia.

"Mentre la Mantovani Spa sui giornali locali ringrazia e si mette una medaglietta per i lavori dell'Expo di Milano, i lavoratori scioperano e manifestano per la salvaguardia della propria occupazione - dice Antonio Silvestri, segretario generale della Fiom Cgil di Venezia -. Più che ringraziamenti avremmo preferito la garanzia del lavoro. Infatti i lavoratori della Palomar, che per anni hanno operato e contribuito alla costruzione del Mose, la scorsa settimana senza preavviso si son trovati espulsi dal cantiere per esser sostituiti da lavoratori che pensiamo siano dipendenti di un subappalto della stessa azienda. Questo è del tutto inaccettabile. Gli sforzi dei lavoratori che hanno messo la propria professionalità e il proprio sacrificio ricevono il ringraziamento di essere sostituiti da un altro personale, che sospettiamo meno sindacalizzato".

"L'inizativa di oggi, pienamente riuscita - insiste Silvestri - serve anche per chiedere al prefetto di Venezia di coinvolgere al tavolo istituzionale anche il vertice del Consorzio Venezia Nuova (del quale Mantovani è azionista di riferimento) per trovare una soluzione occupazionale per i lavoratori che operavano sul Mose. La stessa cosa Fiom Cgil sta portando avanti per la perdita d'appalto della stessa Palomar nella raffineria di Porto Marghera".

Un lavoratore afferma che "nei quattro anni di lavoro in questo appalto ho mangiato, mi sono cambiato e molte volte ho dormito nei container del cantiere. Oggi mi vedo fuori dai cancelli e ringraziato con la cassa integrazione".