"Non si può lavorare sulle impalcature a 60 anni suonati". E' l'allarme lanciato dalla Fillea Cgil del Veneto.  Gli ultimi dati relativi agli infortuni e morti sul lavoro nella regione, infatti, mettono in evidenza una particolare vulnerabilità di lavoratori anziani. Il sindacato parla di una vera e propria 'strage di nonni', soprattutto nel settore delle costruzioni, che da solo rappresenta più del 20% degli infortuni mortali avvenuti quest’anno. All’inizio di ottobre, fa sapere la Fillea "i dati confermano un aumento delle morti sul lavoro in edilizia del 27% rispetto al 2015, ma la cosa più terrificante è la crescita del numero di vittime con più di 60 anni, che raddoppia rispetto ai 12 mesi precedenti".

Così, anche in vista dell’incontro tra governo ed organizzazioni sindacali sul pacchetto pensioni (che dovrebbe mettere a punto i termini e le platee di riferimento per l’Ape agevolata), i segretari regionali dei sindacati degli edili Feneal Uil, Filca Cisl, Fillea Cgil, Valerio Franceschini, Francesco Orrù, Leonardo Zucchini, chiedono il riconoscimento della 'gravosità' del lavoro edile, così da consentire l’accesso alla pensione anticipata (Ape) senza penalizzazioni alle migliaia di edili con più di 60 anni. I responsabili sindacali lanciano anche lo sciopero di tutta la categoria per il 7 novembre, proprio a sostegno di un miglioramento delle condizioni di salute e sicurezza nel lavoro. La fermata sarà di un’ora, e interesserà i cantieri della regione.

“In rappresentanza dei lavoratori delle costruzioni, condividiamo il giudizio positivo delle confederazioni sul confronto con il governo sulle pensioni. È un primo passo verso la modifica e il miglioramento della legge Fornero, si introduce più equità, si riconosce che i lavori non sono tutti uguali, si aiutano le situazioni di maggior disagio, si prendono in considerazione i lavoratori precoci, i lavori usuranti e faticosi", si legge in un comunicato unitario, Feneal, Filca e Fillea venete.

"La lotta a sostegno della nostra piattaforma ha ottenuto un primo importante risultato - scrivono ancora -. Dobbiamo continuare per ottenere un miglioramento completo della legge Fornero ma, soprattutto in questa fase, bisogna insistere per far riconoscere il lavoro edile pesante e, soprattutto, rischioso, permettendo di accedere alla pensione in anticipo senza penalizzazione alle migliaia di operai edili con più di 60 anni con pensioni inferiori ai 1300/1400 euro netti". Secondo i sindacati è questo "il provvedimento necessario per togliere i lavoratori edili più anziani dalle impalcature, aprire a nuove assunzioni di giovani, ridurre gli infortuni e gli incidenti mortali", rilevano ancora le tre sigle. Stando ai dati, nel 2016, nelle costruzioni, sono morti 92 lavoratori contro i 72 del 2015. In Veneto, nel 2013, in totale 37 morti; nel 2014, 53; nel 2015, 52; ad agosto 2016, 24, di cui 5 edili".