Se una mattina, recandovi come ogni giorno sul posto di lavoro, veniste bloccati all’ingresso della vostra sede e vi venisse impedito di entrare, con la minaccia di coinvolgere le forze dell’ordine, pensereste a un incubo? E invece è accaduto davvero ai lavoratori di Servizi Italia 15 (gruppo Caltagirone) che per oltre 20 anni hanno prestato servizio all’interno della realtà editoriale. Un trattamento "speciale" nei confronti dei dipendenti della sede di Mestre, 9 in totale, ai quali è stata consegnata, all’ingresso, la lettera di licenziamento collettivo. Ne danno notizia i sindacati (Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs), definendolo un atto “disumano oltreché spietato, un aggravio ulteriore nella già complicata vicenda dei lavoratori del gruppo”.

A seguito della procedura di licenziamento collettivo avviata a marzo, le tre sigle insieme ai delegati hanno tentato di portare avanti una trattativa che evitasse o, almeno, riducesse il numero degli esuberi dichiarati e l’impatto sociale: 19 in totale le persone coinvolte tra le sedi di Mestre, Roma e Napoli, con un’età media di 50 anni, dipendenti da oltre 20 anni, prima dei quotidiani il Gazzettino, il Messaggero e il Mattino, poi di Servizi Italia 15, si sono visti, è proprio il caso di dirlo, messi alla porta.

“Il mancato raggiungimento di un accordo sulla procedura – prosegue la nota – ha purtroppo automaticamente dato il via ai licenziamenti, con le conseguenze sociali ed economiche che questo inevitabilmente comporterà per gli interessati”. Per le tre organizzazioni sindacali, un comportamento lesivo della professionalità e dignità delle persone, che mostra la volontà di un’azienda che sta disperdendo e sgretolando il patrimonio umano, le competenze e il legame fiduciario che lavoratrici e lavoratori avevano in essa riposto.