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Iniziano oggi (giovedì 19 gennaio) le assemblee sul territorio con i dipendenti di UniCoop Tirreno, dove i sindacati confederali Cgil, Cisl e Uil di categoria hanno proclamato uno sciopero in seguito alla presentazione, da parte dei vertici, di un piano di tagli, considerato dai sindacati irricevibile. “Sono soltanto i dipendenti a pagare il prezzo della ristrutturazione – dice Pieralba Fraddanni, segretaria generale Filcams Cgil Livorno – e non possiamo permetterlo. Ci è stato presentato un piano di tagli definito non trattabile, che per noi è impossibile accettare sia nel merito sia nel metodo”.
Il piano prevede 481 esuberi equivalenti full time (che quindi, considerato l’alto numero di part time, potrebbero trasformarsi in oltre 600 licenziamenti), otto negozi in cessione e 16 chiusure: “La nostra provincia - prosegue - soffre una grave crisi occupazionale in entrambe le aree di crisi, Livorno e Piombino. Con la chiusura a Livorno della Coop di via Mastacchi, un negozio che impiega 13 persone con una grande valenza sociale per il quartiere, mentre a Piombino il bilancio è ancora più pesante, in quanto i nuovi vertici vogliono licenziare 160 persone della sede di Vignale”.
Con questi numeri, cui si aggiungono 95 ulteriori licenziamenti in tutta la rete vendita territoriale, la situazione diventerà insostenibile, perciò Filcams, Fisascat e Uiltucs iniziano le assemblee in tutti in negozi, in preparazione degli scioperi previsti nel prossimo periodo (un pacchetto di otto ore che sarà articolato secondo le indicazioni dei lavoratori). “Se il bilancio di UniCoop Tirreno è stato segnato da forti perdite per troppo tempo – sottolinea la segretaria Filcams – la responsabilità non è dei lavoratori e gli sprechi non sono da ricercarsi nel costo del lavoro. Non possono essere quindi i soli dipendenti a pagare le conseguenze di una cattiva gestione della cooperativa”.
I sindacati hanno inoltre chiesto incontri urgenti a tutti i sindaci del territorio, richiesta che, nei prossimi giorni, sarà estesa anche a tutti i capigruppo dei Comuni della Provincia. “Abbiamo unitariamente richiesto incontri urgenti a tutte le istituzioni – conclude Fraddanni – chiederemo un tavolo di crisi in Regione e ci opporremo con tutte le nostre forze a un piano che non contiene né sviluppo né futuro. Nessuno si oppone a una ristrutturazione, purché l’azienda sia pronta a discutere di forme di tutela dell’occupazione, sia diretta sia dell’indotto, e di un piano di ristrutturazione che sia realmente di prospettiva, nell’interesse della cooperativa, quindi dei soci che ne sono proprietari, dei lavoratori e del territorio tutto”.