È sempre più una storia infinita. La Corte di Cassazione nell'udienza tenuta mercoledì 3 giugno ha confermato l'impianto accusatorio contro l'imprenditore Giorgio Del Papa, titolare della Umbria Olii, dove il 25 novembre del 2006 morirono in una terribile esplosione 4 operai, Giuseppe Coletti, Tullio Mottini, Wladimir Todhe e Maurizio Manili, quest'ultimo titolare di una ditta metalmeccanica che lavorava in appalto all'interno della raffineria di oli vegetali a Campello sul Clitunno. Ma la corte ha anche assolto Del Papa dal reato di incendio, per sopravvenuta prescrizione.

Ora quindi gli atti tornano alla corte d'Appello di Firenze, che dovrà rideterminare la pena per l'imprenditore spoletino, salito alle cronache nel corso del processo per aver avanzato un'incredibile richiesta di risarcimento da 35 milioni di euro ai familiari delle vittime. Ma la pena per Del Papa era già stata sensibilmente ridotta (a 5 anni e 4 mesi) dal tribunale di Perugia rispetto al primo grado di giudizio (condanna a 7 anni e 6 mesi). Una sentenza, quella del tribunale del capoluogo umbro, che aveva sollevato forti critiche da parte della Cgil. I giudici romani hanno anche confermato il concorso di colpa per un terzo a carico della ditta Manili impianti, il cui titolare, Maurizio Manili è morto nel rogo insieme ai suoi tre operai.