Un solo comunicato, due interpretazioni, due titoli divergenti. I due maggiori quotidiani italiani leggono in modo diverso il comunicato della Commissione europea sulla riforma del lavoro del governo Monti. E così Repubblica titola: “La Ue: ‘Riforma ambiziosa, poche modifiche’”. Mentre Il Corriere della Sera: “Il doppio invito dell’Europa. Fare presto sul lavoro (con l’intesa)”.

“Il socialista ungherese Lazlo Andor, scende apertamente in campo con un assist al governo Monti”, scrive Andrea Bonanni su Repubblica. È importante, “sottolinea Bruxelles, ‘che l'obiettivo e il grado di ambizione del testo finale restino adeguati alle sfide’. ‘Lo slancio per la riforma deve essere mantenuto’ anche dopo le eventuali modifiche parlamentari e la Commissione si augura che il testo venga approvato ‘rapidamente’. Pur schierandosi decisamente a favore della riforma Fornero-Monti, Bruxelles tuttavia cerca di difendere la concertazione con i sindacati: ‘Speriamo che le autorità italiane e i partner sociali continueranno a lavorare insieme in modo costruttivo per raggiungere il migliore risultato possibile’”.

“Bruxelles spinge per un rapido accordo sul mercato del lavoro a Roma. Nella nota diffusa ieri dalla Commissione europea ci sono alcune indicazioni sul merito della riforma ma, soprattutto, spunti interessanti sul metodo”, scrive invece Giuseppe Sarcina sul Corriere. “La Commissione si premura di sottolineare ‘il ruolo importante’ delle parti sociali, concludendo con ‘l'auspicio’ che ‘autorità italiane e sindacati continuino a lavorare insieme in modo costruttivo per raggiungere i migliori risultati possibili’. Come si vede qui i passaggi chiave sono i verbi ‘continuare’ e ‘raggiungere’. Anche a Bruxelles, evidentemente, non considerano intoccabile il testo messo a punto dal governo Monti. Anzi, il richiamo alla ‘sovranità’ del Parlamento, sembra suggerire al premier italiano che c'è tempo per riaprire il negoziato, dialogando con i partiti e (ancora) con i sindacati. E ancora: “La Commissione sembra intravedere un altro punto di equilibrio possibile tra ‘protezione’ e ‘flessibilità’. Un'apertura ai sindacati, attraverso l’adozione del modello tedesco (reintegro per via giudiziaria anche per i licenziamenti economici ingiustificati) potrebbe essere compensato concedendo un po' più di flessibilità alle imprese sul lato delle assunzioni”.