Nello scorso mese di maggio in Lombardia sono stati messi in mobilità 388 lavoratori del settore metalmeccanico. Dall'inizio dell'anno sono 2.503 i licenziamenti tra le tute blu (dato riferito alla media e grande impresa di dodici comprensori, sostanzialmente equivalente a quello registrato 365 giorni fa).

Le cifre parlano dunque di una sostanziale flessione, sia rispetto al mese di aprile 2015 (502 licenziamenti), sia rispetto all'anno precedente, quando a perdere il lavoro furono in 739 tra operai e impiegati. Tra le province più colpite spicca ancora una volta Milano, che ingloba più della metà dei licenziati ed è in linea con le cifre del 2014.

Pagano dazio anche i territori di Pavia (43) e Monza Brianza (47), dove comunque i licenziamenti si sono dimezzati in raffronto allo stesso periodo del 2014. In calo il ricorso alla messa in mobilità a Bergamo (17, appena il 4% rispetto al numero complessivo) e Brescia (10, in percentuale il 2,58% sul dato d'insieme). A Mantova si è registrato anche un aumento dei licenziamenti rispetto alle stime del 2014.

“Di sicuro - osserva Mirco Rota, segretario generale della Fiom Cgil Lombardia - si è raggiunto un livello di stabilizzazione per quanto riguarda il ricorso alla messa in mobilità e alla cassa integrazione, cui però non fa da contraltare un aumento dell'occupazione. Altro che fuoriuscita dalla crisi, la febbre rimane alta. Se è vero che il ricorso agli ammortizzatori sociali si è allineato nell'arco del biennio, lo stesso non si può dire dell'andamento della disoccupazione e della crescita”.

“Senza misure eccezionali - aggiunge il sindacalista - non si può far fronte alla crisi, che sta impoverendo i nostri territori. Ecco perché riteniamo sia utile investire risorse per i più deboli e abbiamo insistito sul rifinanziamento della legge regionale sui contratti di solidarietà. Bisogna spingere sull'acceleratore - conclude - per fare approvare la legge sul reddito di cittadinanza come sostegno per i più giovani che pagano pesantemente le conseguenze della crisi”, aggiunge Rota.