Nel settore del turismo il lavoro non manca, ma è pagato male e sempre più al ribasso. La denuncia arriva da Cgil e Filcams Toscana, che negli ultimi mesi “hanno fortemente lottato per far reinserire, nella legge sul turismo regionale, l’articolo che prevede le assunzioni attraverso il contratto nazionale del settore, per la tutela dei lavoratori e perché crediamo fermamente nel fatto che il turismo possa dare prospettive di crescita economica al territorio”.

Una tutela, spiega Mirko Lami (componente della segreteria Cgil regionale), che può funzionare “a patto che ogni progetto, istituzionale e imprenditoriale, sia condizionato verso il rispetto delle leggi per garantire condizioni di lavoro di qualità, facendo così l’interesse dei lavoratori, del territorio, di chi vi risiede, di chi vi arriva come turista e delle aziende turistiche. Tutto ciò comporta che in caso di eventuali denunce seguano azioni di controllo sia delle istituzioni sia degli organi preposti”.

Per la Cgil Toscana occorre colpire “quelle realtà che, per il profitto tre mesi all’anno, derogano sulle regole”, altrimenti prima o poi “la società pagherà questo altissimo prezzo, come chi ha investito in progetti validi”. Per Lami è corretto parlare “di lavoro grigio, con lavoratori assunti a part time ma che poi in realtà lavorano 9-12 ore o con tabelle che indicano quanti minuti servono per rifare e pulire una camera”. In giro il lavoro non manca, conclude l’esponente della Cgil Toscana, ma “purtroppo capita che quello che c’è sia pagato male e sempre più al ribasso, a fronte di esempi e di imprese che rispettano le regole e i lavoratori”. Da qui l’invito, espresso dalla struttura regionale, agli organi competenti a effettuare i controlli.