"Da anni, il settore del trasporto pubblico ligure è in difficoltà, a causa della costante diminuzione delle risorse e degli interventi scomposti sul tema da parte di enti e aziende. Le mobilitazioni che si sono susseguite da parte dei lavoratori, volevano raggiungere l’obiettivo di tutelare i diritti di dipendenti e utenza. La legge 33/2013 della Giunta Burlando, rispondeva in parte a questa esigenza. In primis, creando un bacino unico regionale che avrebbe generato un risparmio dei costi di gestione, un miglior servizio ai cittadini e 380 nuovi bus, chiesti a gran voce durante gli scioperi". Così Cgil, Cisl e Uil liguri in un comunicato unitario.

"Oggi, purtroppo, la Giunta Toti, tramite l’assessore Berrino, che si è spesso espresso positivamente sulla legge, dichiarando che l’avrebbe difesa come se fosse stata sua, porta al voto del Consiglio regionale un testo che modifica pesantemente le norme in vigore, spazzando via il bacino unico, l’agenzia regionale, i possibili 20 milioni all’anno di risparmi, il bando unico di gara regionale. Berrino motiva l’intervento sulla legge con i ricorsi delle attuali aziende, oggi esercenti dei servizi, relativi alla gara per individuare i gestori del servizio sull’intero bacino, e del ricorso dall’autorità garante della concorrenza e del mercato", proseguono i confederali.

"È bene ricordare, però, che Il Tar della Liguria, che aveva in esame i ricorsi, ha sospeso i relativi giudizi, rimandandoli alla Corte Costituzionale, che non si è ancora espressa; quindi, ad oggi, non c’è un giudizio che si dichiara contro il bacino unico ligure, e cambiando la legge non ci potrà più essere. Anche la richiamata riforma Madia sui servizi pubblici locali, non ancora approvata, parla di articolare i bacini in più lotti per le gare, ma non sembra impedire la creazione di un bacino unico. Infatti, in altre regioni - l’ultima è la Calabria -, sono andati verso la creazione del bacino unico, individuando questo come modello vincente, soprattutto in tempo di crisi. Allora non si capisce perché in Liguria si stravolga quanto previsto dalla legge regionale precedente, e senza attendere nè il giudizio della Corte Costituzionale nè il testo definitivo della riforma Madia", aggiungono le tre sigle.

"Sembra volontà della Giunta Toti non occuparsi realmente dei problemi della regione, ma scaricarli appena possibile sui territori, sapendo benissimo che questi sono in grande difficoltà e che non essendo in grado di sostenere economicamente le aziende pubbliche del tpl per partecipare alle gare, apriranno ai privati svendendo le loro quote di partecipazione, fatto particolarmente preoccupante sia per i lavoratori, sia per la garanzia del servizio in tutte le aree della Liguria, soprattutto quelle più scomode, entroterra e collinari, che potrebbero essere penalizzate", aggiungono le tre sigle.

"Per tali motivi, chiediamo a Berrino e alla Giunta tutta, di difendere la legge 33/2013, come l’assessore aveva detto solo pochi mesi fa, negli incontri con le organizzazioni sindacali, attendendo il giudizio della Corte Costituzionale e il testo definitivo della legge Madia, prima di prendere decisioni che potrebbero rivelarsi sbagliate e che potrebbero creare le condizioni, su ogni singolo territorio della regione, per riavviare una nuova stagione di lotte, a difesa dei contratti e dei diritti dei lavoratori, se non verranno rispettati, e dei cittadini che dovranno avere certezza del miglior servizio di mobilità pubblica possibile", concludono le organizzazioni dei lavoratori.